
L’Unione Nazionale dei Consumatori ha condotto una ricerca per creare una classifica delle città che hanno riscontrato i maggiori aumenti di prezzo per quanto riguarda gli hotel, elaborando i dati più recenti dell’Istat relativi a luglio e confrontandoli non solo con l’estate precedente, ma anche con il periodo pre-crisi, cioè l’estate del 2021, prima della guerra in Ucraina e l’aumento dei prezzi dal gas alla luce.
Rispetto a luglio 2024, con un’inflazione generale dell’1,7%, i Servizi di alloggio, vale a dire hotel, motel, pensioni, bed and breakfast, agriturismi, villaggi vacanze, campeggi e ostelli della gioventù, hanno registrato un aumento medio a livello nazionale più contenuto, di +1,3%. Un dato positivo, se non fosse che in alcune città gli aumenti sono stati decisamente più alti.
In cima alla classifica delle città con gli aumenti più alti troviamo Lucca, con un aumento astronomico del 20,2% rispetto all’anno precedente. Al secondo posto Caserta, con un incremento annuo del 13,7%. La medaglia di bronzo va a Rimini con +10,9%. Appena sotto il podio Perugia con +10,2%. Dati molto positivi e insoliti per alcune città che in passato erano in cima alle top ten degli aumenti, come Firenze, solo al 54° posto con +0,3% e, addirittura in deflazione, Venezia (66°, -1,3%), Roma (71°, -3%) e Milano, al quarto posto tra le città più virtuose con -7,9%, dopo la vincitrice, come città risparmiosa, Siena (-12,6%), Mantova (-10,4%) e Pisa, al terzo posto con -9,4%.
Se tuttavia confrontiamo i prezzi rispetto a 4 anni fa, il quadro cambia completamente. Di fronte a un’inflazione del 17,7%, i servizi di alloggio sono aumentati del 38,6%, più del doppio. Cambia anche lo scenario delle città e le grandi mete turistiche tornano protagoniste. Medaglia d’oro a Venezia con un balzo del 64,7%, medaglia d’argento a Milano con +60%. Al terzo posto Firenze con +58,8%. Seguono Grosseto (+57,5%), Lucca (+56,5%), Trieste (+55,5%), la settima è Palermo con +53,6%, poi Napoli (+52,4%) e Como (+51,7%). Chiudono la top ten Roma e Reggio Calabria, entrambe con un solido +50,1%. Non ci sono città in deflazione. La più conveniente è Massa Carrara con +2,9%, al secondo posto Trapani (+5,8%), medaglia di bronzo per Parma (+8,3%).
“Non sappiamo se quest’anno gli albergatori delle città italiane più visitate, da Venezia a Firenze, siano stati virtuosi, se i contenuti aumenti siano dovuti a una diminuzione del flusso turistico rispetto all’estate passata o se, avendo già raggiunto i massimi prezzi negli ultimi anni, non potessero permettersi di aumentarli ulteriormente, rischiando di perdere clienti. In ogni caso, emerge che dal 2021 ad oggi i servizi alberghieri hanno subito aumenti ben superiori all’inflazione del Paese. Insomma, agli aumenti dei costi dei lidi balneari, aumentati a luglio del 7,3% rispetto a giugno 2025, del 5,4% rispetto a luglio 2024, del 19,9% rispetto all’estate del 2023 e del 22% rispetto al 2021, si aggiungono quelli delle altre voci legate al turismo, che, sommati tutti insieme, costringono gli italiani a ridurre sempre più le vacanze per riuscire a bilanciare i conti o a rinunciare del tutto alle vacanze.” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale dei Consumatori.
Fonte: Ufficio stampa
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2025-08-13 13:41:00