
PORCARI. Un contabile prestato alla scrittura o uno storico locale che è anche un uomo di conti e bilanci per famiglie e aziende.
Qualsiasi descrizione può dare un’idea, in base alla prospettiva, di ciò che era Giampiero Della Nina, scomparso domenica alle 6,45 all’età di 83 anni.
La sua vera natura era capace di conciliare la professione e la passione in una apparente diversità di attitudini. L’accuratezza dei numeri nel lavoro applicata all’accuratezza delle fonti e delle stesure quando lasciava il ruolo di contabile per entrare nel mondo dello storico locale, ma anche in quello dell’autore di commedie in dialetto. Un uomo di profonda cultura che è stato in grado di coniugare la curiosità del sapere con il piacere della divulgazione.
Porcari come catalizzatore di tutto. Le origini di una comunità che ha perso uno dei suoi figli più illustri e stimati. E poi le storie minori di un mondo passato da rurale a industriale, tra la nostalgia assorbita dai progressi sociali e materiali. Della Nina ha raccontato e condiviso con i suoi lettori un universo discreto che spesso non trova spazio nei libri di storia ma che ne fa parte nelle sue pieghe laterali. Il comune di origine è stato al centro delle sue passioni letterarie, ma alcune pubblicazioni hanno riguardato anche la professione di ragioniere e il dialetto lucchese. Il piacere di indagare con il metodo dello storico su fatti e persone è stato l’approccio che Della Nina ha trasmesso anche nella sua professione, mirata alla diffusione del sapere. Questo spiega le sue rubriche sui giornali, compreso il Tirreno, in cui spiegava in termini semplici le regole e le insidie di un argomento complesso come il fisco. Non mancava di sottolineare il ruolo dello Stato che opprimeva i cittadini con tasse e tributi. Ha anche scritto un libro “Le tasse le paghiamo ma a modo nostro” combinando ancora una volta la professione e la propensione alla narrazione.
Con autoironia diceva di essere un contabile “pentito”. Non che il lavoro “principale” lo avesse distolto dalla scrittura. Diciamo che è riuscito a conciliare entrambi in termini di tempo e impegno. Certamente, il suo divertimento era la ricerca. Un cacciatore nelle praterie degli archivi. A lui e a suo figlio Massimo si deve il lavoro che ha portato alla scoperta dei bisnonni di Porcari del pilota Ayrton Senna.
Tra le sue opere “Espressioni e modi del parlare lucchese”, ristampato più volte, e “La Lucchesia e il suo folklore”. Ma anche “Porcari nel secolo XIX” – “La professione del contabile a Lucca, dal 1907 al 2006, 100 anni di storia” – “Porcari. Origini e storia di una comunità” – “I Cavanis a Porcari: un secolo di storia”.
Diverse, inoltre, le commedie in dialetto messe in scena da compagnie amatoriali. Poi il saggio su “Paolo Celli, istrione e chef delle stelle”, la biografia di un personaggio tra i più eclettici del mondo, modello, controfigura, attore, cantante e chef delle più famose stelle del cinema e personaggi di grande importanza. L’ultima pubblicazione nel 2024 con il titolo “Giacomo Puccini, familiari amici amori”.
Ricoverato per un ictus da circa tre settimane, ieri mattina alle 6, 45 Della Nina è deceduto a San Luca nel reparto di terapia intensiva Setting C 2A.
“Ringrazio tutti i professionisti per come si sono presi cura di mio padre”, dichiara al Tirreno suo figlio Massimo, consigliere comunale a Porcari. “Il mio ricordo è di una persona dedicata al lavoro con impegno e serietà. Quando uscivo la mattina e tornavo la sera, vedevo sempre la luce accesa nel suo studio. Se è stato apprezzato come professionista e scrittore, posso dire che in privato era ancora più affabile. I suoi studi erano guidati da un senso di appartenenza che andava oltre Porcari”.
Da tempo vedovo, Della Nina lascia la seconda moglie Marisa e i figli Franco e Massimo. L’ultimo saluto sarà martedì 29 luglio alle 16 nella chiesa di San Giusto a Porcari.
2025-07-28 09:00:00