
Martedì (21 ottobre) alle 21 presso il complesso di San Micheletto a Lucca, verrà presentato il volume Il Club Alpino Italiano a Lucca 1878–2024. In ricordo del centenario della Sezione e del Rifugio Pania, scritto da Massimo Giambastiani, Glauco Soggiu, Carla Gambogi e Francesca Martinelli, e realizzato grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
Il libro ripercorre quasi 150 anni di storia, dalle origini ottocentesche della Biblioteca alpina di Lucca ai giorni nostri, restituendo la memoria di una comunità di appassionati, studiosi e volontari che hanno fatto del Cai un punto di riferimento per la protezione e la conoscenza della montagna.
Era il 1879 quando la Biblioteca Alpina fu fondata a Lucca, il primo nucleo di quello che sarebbe diventato, qualche decennio più tardi, la Sezione Cai di Lucca. Da allora, le attività dell’associazione non si sono mai interrotte: diffusione, tutela dell’ambiente montano, formazione e promozione di una frequenza consapevole della montagna sono stati, e continuano ad essere, i pilastri della sua azione.
Come ricorda il presidente della Sezione Bruno Barsuglia nella presentazione del libro, l’idea del volume nasce dal desiderio di celebrare nel 2023 il centenario della fondazione ufficiale della sezione, avvenuta nel 1923: “Circa due anni fa – spiega Barsuglia – il consiglio aveva deciso di celebrare con un volume il centenario della sezione. Tuttavia, i membri impegnati nel progetto hanno rilevato che il club di Lucca aveva origini più antiche, risalenti all’ottavo decennio del XIX secolo, e che era doveroso occuparsi di quelle origini. Si è quindi deciso di posticipare la pubblicazione al 2024, per celebrare anche il centenario del Rifugio Pania, il primo costruito e gestito dal Cai di Lucca”.
Risultato di un accurato lavoro di ricerca storica e documentaria, il libro ripercorre la lunga ed affascinante storia del Club Alpino Italiano a Lucca, dalle prime esperienze di fine Ottocento, quando fu fondata la Biblioteca Alpina con sede in Cortile Carrara, fino alle attività più recenti della Sezione, che oggi conta quasi mille membri e continua ad essere un punto di riferimento per la conoscenza e la valorizzazione delle montagne lucchesi.
Un ritardo che ha consentito di restituire al pubblico un’opera ancora più ricca e completa, in grado di intrecciare documenti, testimonianze e curiosità e di valorizzare il patrimonio umano e culturale dell’associazione.
Barsuglia aggiunge: “Conoscere le storie di chi, nel passato lontano o recente, ha percorso, studiato e amato le montagne della nostra regione può fornire molti spunti ai giovani membri che oggi si avvicinano al club.Nel volume sono presenti anche le attività di soccorso alpino, la manutenzione dei sentieri, il contributo scientifico della sezione e l’impegno per la protezione dell’ambiente montano, la cui bellezza aveva già affascinato i primi alpinisti lucchesi del XIX secolo. È una storia che deve essere la solida base su cui costruire un luminoso futuro per gli amanti della montagna di Lucca.”
Nel messaggio introduttivo, il presidente generale del Cai, Antonio Montani sottolinea la modernità e la tenacia dei pionieri lucchesi, che già alla fine del XIX secolo si distinguevano per la loro indipendenza e la capacità di combinare la passione alpinistica con l’impegno sociale: “C’è qualcosa di epico nella determinazione con cui i precursori dell’associazione lucchese si impegnarono per liberarsi da Firenze e creare una realtà autonoma, un punto di riferimento per la comunità scientifica locale.Colpisce la modernità delle loro iniziative: lo sviluppo delle piccole industrie alpine, l’assistenza ai montanari e la tutela dell’ambiente, temi che il Cai continua a perseguire ancora oggi”.
A sua volta, la presidente del Cai Toscana Benedetta Barsi sottolinea il valore di memoria e appartenenza racchiuso nel volume: “Clio, la musa della Storia, ci insegna che una delle virtù più importanti è quella di custodire la memoria. Questo libro ricostruisce con rigore e passione la lunga storia della Sezione di Lucca, intrecciando i percorsi di molti membri e volontari che hanno creato una comunità vivace e solidale. È un’opera che racconta un albero dalle radici forti, che ancora oggi produce buoni frutti per le future generazioni.”
La presentazione del volume sarà quindi un’occasione per riscoprire le radici del Cai di Lucca e per celebrare una comunità che da 150 anni continua a camminare insieme, con lo stesso spirito di curiosità, solidarietà e amore per la montagna che animava i suoi
2025-10-19 00:13:00