ALTOPASCIO. Finalmente all’orizzonte si intravedono degli interventi, almeno sul piano della sicurezza strutturale, per l’ex mulino Gori. Quello che per anni è stato un vanto della produzione artigianale altopascese (nel secondo dopoguerra era infatti uno dei poli industriali più fiorenti della città , dando lavoro a intere famiglie che lavoravano alle macine) pare destinato a breve termine, per volere dell’amministrazione comunale, essere destinato, a essere interessato da un percorso di recupero.
«L’ex mulino Gori è classificato come fabbricato da recuperare e questa è la volontà e l’auspicio dell’amministrazione – dice il sindaco Sara D’Ambrosio – è un’area che da molto tempo è stata al centro del dibattito politico: si discuteva se era il caso o meno di procedere a una riqualificazione. Il complesso è situato nella zona che rappresenta uno degli accessi al centro del paese ed è quindi opportuno lavorare anche affinché l’intera struttura riacquisti un certo decoro, nell’ottica di una maggiore e migliore fruibilità di Altopascio, da parte non solo dei suoi abitanti, ma di coloro che, data la vicinanza allo svincolo autostradale, si trovano a transitare nei pressi del mulino».
Al destino dell’imponente struttura nel 2010, sotto la giunta guidata da l’ex sindaco Maurizio Marchetti, sembrava essersi interessato il colosso dell’arredamento low cost Ikea che, stando alle intenzioni del progetto battente bandiera svedese, avrebbe dovuto generare una ricaduta importante in termini occupazionali per Altopascio e dintorni, con la creazione di 800 nuovi posti di lavoro.
A spuntarla invece fu Pisa, a causa anche della vicinanza di Altopascio con Firenze, sede dello stabilimento principe per la Toscana.
Ci aveva provato perfino il Conad, presente con un market lì di fianco, a cambiare le sorti dell’ex mulino, senza ottenere tuttavia risultati soddisfacenti: anche qui, alla fine del 2011, il management del supermercato aveva provato a intessere trattative mirate ad allargare i propri locali, sfruttando proprio la vicinanza e le grandi metrature della vecchia fabbrica che si affaccia su via Gavinana.
Invece il mulino resta ancora una ferita che troneggia nel tessuto urbano di Altopascio. E restituirgli un barlume di decoro attraverso contatti già avviati con gli attuali proprietari (data anche l’impossibilità , perlomeno allo stato attuale, di una nuova riqualificazione) sembra essere la migliore soluzione per arginarne il perdurante stato d’incuria.
«Quelle del decoro, della vivibilità e della riappropriazione degli spazi pubblici da parte dei cittadini sono partite che stiamo giocando su più fronti – prosegue il primo cittadino – e che portiamo avanti con grande convinzione, perché la sicurezza e l’attrattività di un luogo si raggiunge anche passando da questi temi, lavorando
in modo integrato su più versanti. Intanto abbiamo preso contatti con la proprietà ed è interesse di entrambi, amministrazione e proprietari, recuperare l’area che necessita sicuramente di un intervento, anche solo per quanto riguarda gli aspetti legati alla sicurezza strutturale».
Fonte: Il Tirreno