FIRENZE - La Regione guarda con interesse e da tempo alle cooperative di comunità , tra i temi principali che sta affrontando nel progetto CollaboraToscana. “Siamo dunque disponibili a seguire e accompagnare i percorsi che si svilupperanno nei prossimi mesi” annuncia l’assessore alla presidenza, Vittorio Bugli, che stamani ha partecipato a Firenze alla prima giornata di formazione sul tema organizzata dall’alleanza delle cooperative italiane insieme a Legambiente e Anci Toscana.
La mattinata è stata anche l’occasione per raccontare alcune di queste esperienze: il paese ad esempio senza teatro di Monticchiello, in provincia di Siena, che, colpito dalla crisi della mezzadria all’inizio degli anni Sessanta, ha scelto di aggregarsi intorno ad un’idea di teatro in piazza, oppure Succiso, sul versante emiliano dell’Appennino, che da mille abitanti che contava negli anni Cinquanta è arrivato ad averne appena sessantacinque ed ha deciso a quel punto, nel 1991, di ricominciare tutto dall’apertura di un bar e dall’acquisto di alcune pecore, dopodiché sono arrivati un agriturismo, una bottega di alimentari e una filiera legata alla produzione dei formaggi. Si è parlato anche del campo fotovoltaico diffuso sui tetti di Melpignano in provincia di Lecce – dove i cittadini oggi gestiscono anche info point turistico e un parco giochi -, si è raccontato della riscoperta, ancora in Puglia ad Alberobello, del ruolo sociale dell’artigianato ma anche della conoscenza del territorio e delle tradizioni locali in chiave turistica oppure, a Napoli nel Rione Sanità , dell’obiettivo di creare lavoro attraverso la valorizzazione del patrimonio storico-artistico e le competenze di più giovani messe a servizio del quartiere. Sempre, s’intende, con lo stesso modello di cooperativa.
“A marzo – ricorda Bugli – con Anci e Legambiente abbiamo firmato un’intesa per promuovere questo modello e percorso, che ben si lega all’altro sulla collaborazione, avviato nei mesi scorsi con il progetto CollaboraToscana”.Â
Un modello in crescita
I benefici sono evidenti. Le cooperative di comunità , tali perché spesso soci sono la quasi totalità degli abitanti di un paese, possono aiutare a ridare slancio e mettere insieme attività economiche che da sole non hanno più la forza per andare avanti. Possono servire anche a difendere paesaggio e ambiente, oltre a sostenere lo sviluppo economico di realtà marginali. Sono lo strumento giusto, in determinati contesti, per rilanciare servizi che mancano o sono venuti meno, oltre a contrastare lo spopolamento di piccoli borghi. Possono aiutare a ridare slancio e mettere insieme attività economiche che da sole non hanno più la forza per andare avanti. Possono servire anche a difendere paesaggio e ambiente, oltre a sostenere lo sviluppo economico di realtà marginali.
Fino al 2012 se ne contavano appena ventiquattro in tutta Italia, due in Toscana. Negli ultimi tre anni sono aumentate, con un crescente interesse. Una mappatura dettagliata è ancora in corso. Da sole quelle affiliate alla Legacoop sono comunque già una cinquantina.  Â
Libro verde e prime sperimentazioni
“Il 10 novembre – annuncia ancora Bugli – presenteremo il libro verde di CollaboraToscana e daremo il via ad alcune sperimentazioni in diversi settori. Una sarà quella relativa alle cooperative di comunità appunto”. L’intenzione della Regione è quella di fare un bando per le cooperative che già esistono o per quelle di nuova istituzione. “A quel punto – spiega l’assessore - apriremo con ognuna di quelle che risponderanno un confronto di verifica sul progetto, lo miglioreremo eventualmente insieme e poi vedremo quali forme possono essere adatte a sostenerlo”. Un coworking attivo che favorisca realmente e concretamente la partenza del progetto, mettendo insieme competenze e risorse: da quelle per le aree interne a quelle comunitarie, elenca Bugli, dalla messa a disposizione dei beni comuni o strumenti innovativi come i Social impact bond al crownfunding locale, fino a risorse concesse direttamente per favorire il decollo del progetto.
“Proporremo anche la creazione di un gruppo di accompagnamento ad ogni sperimentazione – conclude Bugli – del quale, oltre alla Regione, facciano parte Anci, le associazioni cooperative o quelle interessate come Legambiente”. Â
Fonte: Regione Toscana