ALTOPASCIO. «La sinistra altopascese si è convertita alla cementificazione? »: la domanda arriva dall’ex assessore all’urbanistica Massimiliano Paluzzi che contesta le scelte amministrative.
«Leggendo del passaggio in consiglio – scrive – di una variante che trasforma 44mila metri quadri da agricoli a industriali, creando i presupposti per un nuovo insediamento fuori dalle previsioni degli strumenti urbanistici vigenti, sono rimesto veramente esterrefatto. Mi riservo di capire meglio, se si tratta di operazione legittima o meno. Certamente, anche se si trattasse di una variante che nasce da una legge regionale, sarebbe davvero singolare che chi da anni strepita contro la cementificazione, e si vanta di evitare consumo del territorio, avesse approvato uno strumento che di rispetto dell’ambiente non ha proprio nulla. Se questo vale a livello regionale (dove è finito il consigliere regionale Roggiolani che ogni anno assegnava la motosega d’oro a chi costruiva o permetteva di farlo? ), diventa macroscopico a livello locale. Infatti per anni chi guida direttamente o indirettamente oggi il comune di Altopascio ha imbastito campagne di stampa contro i “cementificatoriâ€, che avevano la sola colpa di applicare piani regolatori che si intersecavano con le norme urbanistiche provinciali e regionali, e quindi condivise da tutti, fra l’altro elaborate da un architetto scelto per la sua capacità e che poi si è candidato pochi anni dopo nel Pd in un comune vicino».
«Dove sono finiti – riprende Paluzzi – quelli che insultarono il sottoscritto per la vicenda della Fapim a Seghetti, dove con le stesse motivazioni che oggi sembrano illuminanti (trattenere sul territorio un’azienda e aumentare i posti di lavoro) si intendeva consentire un cambio di destinazione d’uso veramente irrisorio e assolutamente insignificante in una area già industriale rispetto a una situazione in cui un soggetto privato si trova di colpo a vedere 44mila metri quadri di terreno agricolo diventare industriale con un vantaggio economico, oltretutto, non
indifferente? Mi viene da pensare che tutto questo ambientalismo fosse strumentale e finalizzato a minare il consenso di chi amministrava. Una bella dimostrazione di ipocrisia e incoerenza che oggi dovrebbe fare vergognare chi ha usato il termine “cementificazione†a scopo denigratorio».
Fonte: Il Tirreno