LUCCA. Se n’è andato in silenzio, in punta di piedi. Così com’era vissuto, nella sua riservatezza e semplicità . Ma dietro di sé ha lasciato un vuoto incolmabile per chi lo aveva amato e apprezzato. Come uomo e come artista. Fioravante Lucii è scomparso la mattina di mercoledì 6 dicembre nella propria abitazione in via dell’Altopascio, nel cuore di Lucca, dove aveva sede anche l’associazione Belle Epoque, da lui fondata nel 1992. Pochi, fatta eccezione per le figlie Giuseppina e Antonella e gli amici più intimi, sapevano delle precarie condizioni di salute che nelle ultime settimane l’avevano costretto a letto. Fino ad allora lo si poteva incontrare ogni mattina dal giornalaio, a fare colazione al Taddeucci o a passeggio per la città . Sempre educato, sorridente e rispettoso, salutava chiunque incontrasse, intrattenendosi volentieri per scambiare due battute.
Mai aveva fatto trapelare il dramma che viveva. L’ultima uscita pubblica era stata a fine settembre, quando, nonostante la malattia, si era recato all’Agorà a salutare i suoi artisti a fine spettacolo. Aveva 81 anni ma per tutti era un “uomo senza tempo†che fino all’ultimo ha lavorato per quel sodalizio ideato venticinque anni fa che gli aveva dato tante soddisfazioni e lo aveva fatto conoscere. Solo ieri, a esequie avvenute, abbiamo saputo della sua scomparsa. A darne notizia è stata il soprano Carla Giometti, amica di Lucii che gli è stata vicina fino all’ultimo, alternandosi al capezzale con Angela, altra fedele amica di Lucii fin dai tempi della scuola. «Ci mancherà tanto – dice la cantante – mancherà la sua allegria, gentilezza, signorilità , ma anche la grande umanità verso anziani, malati e disagiati». Un uomo garbato, combattivo e disponibile. Spirito libero, volle sempre infondere gioia, ma anche insegnare la cultura di un’epoca. Da qui l’idea di riportare in vita l’operetta e lo stile Belle Epoque che hanno rallegrato centinaia di serate e divertito migliaia di persone con coloratissimi spettacoli. Ricordiamo Lucii vestito da capostazione sui treni a vapore che si fermavano nelle stazioni, mentre i cantanti scendevano in abiti d’epoca e improvvisavano scenette. «Fiore sarà sempre nel mio cuore – dice Giometti – benedico quel giorno in cui il contrabbassista Franco Ricciu, amico comune, me lo presentò a un concerto e lui dopo
qualche giorno mi chiamò per propormi di collaborare ai suoi spettacoli di operetta. Io che facevo musica lirica e barocca. Fu una scoperta straordinaria che, con l’associazione, cercherò di portare avanti, iniziando con una serata dedicata a lui che ci guarderà da lassù e sorriderà ».
Fonte: Il Tirreno