ALTOPASCIO. Probabilmente hanno perso l’attimo giusto (meglio così), fatto sta che i rapinatori che ieri mattina avevano preso di mira il distributore di carburante Conad di Altopascio alla fine hanno rimediato solo una misera figura, costretti a darsela a gambe a mani vuote. Le cose, comunque, non sarebbero andate molto meglio nemmeno se i due avessero calcolato bene i tempi del blitz, in quel caso, infatti, avrebbero potuto davvero rappresentare un pericolo per il cassiere e, al tempo stesso, al massimo avrebbero potuto mettere insieme qualche spicciolo del fondo cassa.
Tutto si è consumato in pochi secondi attorno alle 7,30 di ieri mattina, al distributore di via delle Cerbaie, al momento dell’ingresso dell’operatore nel “gabbiotto†che funziona da cassa per i clienti che vanno a fare rifornimento. Il cassiere è entrato, ha chiuso la porta, e dopo pochi secondi ha sentito bussare. Fuori due persone che gli intimavano di aprire. Le loro intenzioni erano abbastanza palesi, bastava guardare nel monitor collegato con la telecamera di sorveglianza (e le cui immagini sono ora al vaglio degli inquirenti): le due persone indossavano dei caschi integrali, a coprire interamente il volto, e in mano avevano una pistola; forse vera, forse no, ma in ogni caso perfettamente inutile. Il casottino che ospita la cassa è infatti blindato, proprio per proteggere l’operatore da tentativi di rapina. Una volta chiuso dall’esterno non c’è modo di riuscire a entrare o di sfondare la porta, a meno di non utilizzare un bulldozer. Probabilmente i due banditi avevano un altro piano, ossia quello di approfittare del momento dell’apertura del casottino da parte dell’operatore per riuscire, magari con la forza, a entrare con lui, e mettere in atto il loro piano. Fallito quel tentativo, e avendo cercato inutilmente di farsi aprire (in una scena che sarebbe apparsa persino ridicola se non fosse per la gravità del fatto), i banditi dopo una trentina di secondi hanno rinunciato spontaneamente, e sono fuggiti in moto con le pive nel sacco.
In ogni caso, viene spiegato dalla direzione del Conad, ai due banditi non sarebbe andata molto meglio anche nell’ipotesi in cui fossero riusciti a entrare. All’interno del casottino denaro contante disponibile non ve ne è, se non il fondo cassa per i resti. Proprio per ragioni di sicurezza il grosso del contante viene continuamente versato attraverso un meccanismo di fessure all’interno della cassaforte, che non può in alcun modo essere aperta dal personale (i prelievi sono fatti dall’esterno dalle guardie giurate, che passano 2 volte al giorno col furgone portavalori).
Insomma, un piano pensato male, e realizzato ancora peggio. Ma un episodio che ancora una volta accende i riflettori sul tema della sicurezza della zona, già teatro nei giorni scorsi di un paio di colpi (con un furto e una rapina
ai danni di due locali). Lo stesso distributore fu vittima lo scorso agosto di un furto con spaccata. Del resto la zona, con una viabilità (tra autostrada e collegamenti verso 4 province diverse) che offre molte vie di fuga, rappresenta un obiettivo ghiotto per i malintenzionati.
Fonte: Il Tirreno