ALTOPASCIO. Liliano Ferri, attualmente residente ad Altopascio e uno dei sinti arrestati dai carabinieri nell’inchiesta sui colpi notturni ai bancomat, era già conosciuto dalle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio. La prima volta che il suo nome viene associato ad episodi di cronaca risale al 21 maggio del 2004 quando Ferri, allora residente in via della Ralla a Chiesina Uzzanese, venne bloccato dai carabinieri dopo un inseguimento.
Stando alle accuse ad Altopascio aveva rubato un Fiat Fiorino, aveva raggiunto un cantiere edile nella zona di Barga e lì era stato sorpreso a rubare un gruppo elettrogeno del valore di 6mila euro. Una pattuglia dell’Arma aveva visto il furgoncino fermo lungo la strada che da Fornaci conduce in località Palmente. E Ferri, vistosi scoperto, era fuggito alla guida del mezzo. La sua corsa però terminò contro un muro. Nonostante l’incidente uscì dall’abitacolo e cercò di scappare nascondendosi nel bosco. Un tentativo vano perché venne inseguito e ammanettato. Il giostraio all’epoca venne condannato in tribunale a 3 anni di reclusione e 600 euro di multa.
Due anni dopo, era il 2006, assieme a due complici (la compagnia e un loro amico), Ferri finisce in carcere con l’accusa di furto e ricettazione. Ad arrestarlo i carabinieri della Compagnia di Olbia e di Arzachena che lo accusano di far parte di una banda di maghi e prestigiatori denominata «Fagiolino Show» resasi protagonista di furti in ville della Costa Smeralda.
La comitiva di «artisti» finisce in manette dopo un’esibizione di intrattenimento per bambini a Porto San Paolo, con tanto di pappagalli e pitbull, andata male per il poco pubblico presente. Così i tre si erano rifatti ripulendo una casa nel centro. E in seguito alla perquisizione della roulotte e delle loro auto, i militari avevano recuperato 200 mila euro di preziosi, portatili, telecamere digitali e altro materiale.
Fonte: Il Tirreno