Lucca –
SERAVEZZA – MOZIONE SULLA STRAGE DI VIAREGGIO: I CONDANNATI SI DIMETTANO DALLE CARICHE PUBBLICHE E RINUNCINO ALLA PRESCIZIONE. IL CONSIGLO COMUNALE APPROVA ALL’UNANIMITÀ E IL SINDACO SCRIVE A MATTARELLA
I condannati per la strage ferroviaria di Viareggio rinuncino alle cariche pubbliche e alla prescrizione dei reati a loro carico, per rispetto della giustizia, delle trentadue vittime innocenti del disastro e dei loro familiari. È il messaggio che parte dalla comunità di Seravezza sotto forma di lettera che il sindaco Riccardo Tarabella indirizza al Presidente della Repubblica Italiana, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, al Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, al Direttore Generale delle FS Italiane, al Presidente della Giunta Regionale Toscana, al Presidente della Provincia di Lucca e al Presidente dell’Associazione il Mondo che Vorrei onlus di Viareggio. L’iniziativa fa seguito all’approvazione, avvenuta ieri a tarda sera all’unanimità in Consiglio Comunale, della mozione presentata dal gruppo consiliare “Patto Civico†che chiede appunto le dimissioni e la rinuncia alla prescrizione da parte dei condannati. Approvazione accompagnata da un applauso che ha idealmente unito Seravezza e Viareggio in un solidale abbraccio.
La lettera indirizzata al Presidente della Repubblica e alle altre autorità riafferma la vicinanza della comunità seravezzina ai familiari delle vittime e il sostegno alla loro ininterrotta ricerca di verità e giustizia. In essa si menzionano le iniziative intraprese in tal senso dal Consiglio Comunale, a partire dall’ordine del giorno approvato il 29 luglio scorso per dire no alla prescrizione che rischia di cancellare alcuni capi di accusa legati alla strage, per invitare alle immediate dimissioni gli imputati che ancora ricoprono ruoli apicali di responsabilità e di gestione della cosa pubblica e per chiedere il reintegro del ferroviere Riccardo Antonini, ingiustamente licenziato per essere stato a fianco dei familiari delle 32 vittime della strage. In quell’ordine del giorno gli amministratori del Comune di Seravezza chiedevano anche “di essere messi a conoscenza della documentazione sulla valutazione del rischio del trasporto di merci pericolose su ferrovia come elementare garanzia e prevenzione della sicurezza e della salute di ogni comunità †ed avanzavano due ulteriori e importanti richieste: essere informati, al pari dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile, circa orari, tempi, modalità e materiali pericolosi in transito sulle tratte ferroviarie locali; far assumere alle Ferrovie, quali procedure obbligatorie per la prevenzione di futuri incidenti e la protezione dei cittadini, le raccomandazioni elaborate dalla Direzione generale per le investigazioni ferroviarie del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti proprio a seguito del disastro di Viareggio.
Nella lettera al Presidente della Repubblica, a nome della Città , il sindaco Tarabella ribadisce le richieste già avanzate, divenute ancor più significative con la recente sentenza di condanna in primo grado emessa dal Tribunale di Lucca per disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo, incendio colposo e lesioni colpose a carico di alcuni amministratori e dirigenti che tutt’ora ricoprono importanti cariche pubbliche in aziende di Stato. Scrive inoltre il primo cittadino: «Con l’approvazione di un secondo ordine del giorno in data 7 marzo 2017 il Consiglio Comunale di Seravezza rivolge un ulteriore appello alle Autorità in indirizzo ad attivarsi con tutti i mezzi a disposizione affinché coloro che sono stati condannati rinuncino a ricoprire cariche pubbliche, al cavalierato e all’istituto giuridico della prescrizione e dimostrino quindi, in attesa degli eventuali altri gradi di giudizio, rispetto nei confronti della giustizia e di una sentenza che li ha dichiarati colpevoli. Riteniamo che tutto ciò sia dovuto non soltanto per le vittime di Viareggio e per i loro familiari, ma per far sì che simili disastri non abbiano più a verificarsi. E tale fine non può prescindere dalla ricerca della verità e dall’affermazione della giustizia».
Fonte Verde Azzurro