Udine, 8 mar – “La violenza sulle donne non è un fenomeno
recente, ma oggi se ne parla frequentemente per gravi fatti di
cronaca: in occasione della Giornata internazionale della donna
sono particolarmente onorata di fare visita alla sede di
un’associazione che da anni è punto di riferimento in particolare
per la provincia di Gorizia e che, grazie all’appassionato lavoro
delle sue volontarie, rappresenta un supporto importante e anche
un esempio per tutta la comunità regionale”.
Lo ha affermato l’assessore regionale Sara Vito incontrando oggi,
in occasione dell’8 marzo, vertici e volontarie dell’associazione
S.O.S. ROSA Onlus nella sede di via Diaz a Gorizia.
L’associazione – ha ricordato la vicepresidente Francesca Buaran
– nasce alla fine degli anni novanta e nel 2002 è stata
riconosciuta dalla Regione come Centro anti- violenza.
“Negli anni è andata assumendo crescente importanza ed oggi
rappresenta un riconosciuto luogo d’ascolto e sostegno, un porto
sicuro per la popolazione femminile che si trova a vivere, o ha
vissuto in passato, situazioni di violenza di genere”, ha
commentato Vito.
Il Centro è gestito da operatrici donne, quasi tutte volontarie,
con diverse professionalità ed offre gratuitamente colloqui di
accoglienza, di sostegno psicologico e consulenze legali
informative per costruire percorsi di fuoruscita dalla violenza
incentrati sui bisogni e le necessità della donna vittima.
In occasione della visita sono stati ricordati all’assessore i
dati relativi al 2016 del solo Centro antiviolenza di Gorizia,
che registrano 115 donne accolte, di cui 62 prese in carico per
la prima volta; 94 donne italiane e 21 donne straniere, che
appartengono a diverse nazionalità (Algeria, Romania, Russia,
Brasile, Cuba, Bulgaria, Albania, Ucraina, Marocco, Moldavia,
Bosnia, Bolivia, Tunisia, Slovenia). Le forme di violenza
denunciate dalle donne, con età media sui 46 anni, che hanno
avuto accesso al centro sono psicologica (106 casi); fisica (73
casi); sessuale (16 casi); economica (28 casi) stalking (12
casi). Ne è autore quasi sempre il partner o ex partner (compagno
o marito).
“Dal 1 gennaio 2017 a oggi sono già 46 le donne che hanno fatto
richiesta di aiuto all’associazione: si tratta di un dato che fa
capire come questa realtà sia importante”, ha commentato Vito,
assicurando il sostegno della Regione.
Tra gli obiettivi principali dell’associazione, tra l’altro, c’è
quello della prevenzione – in particolare con iniziative nelle
scuole superiori di primo e secondo grado – per eliminare i
pregiudizi e promuovere una cultura basata sul rispetto e sul
riconoscimento del reciproco valore di maschi e femmine.
Per i casi più gravi che comportano un rischio per la vita della
donna (ed eventuali minori), l’associazione dispone del Servizio
di Residenzialità Temporanea, denominato “Una casa per
ricominciare”, ad indirizzo segreto, adibita alla protezione
primaria fintanto che la situazione di emergenza non viene
risolta e che nel 2016 ha ospitato 5 donne e 3 figli minori.
ARC/EP/fc
Fonte: Regione Friuli Venezia Giulia