Invertito trend, nel 2017 ancora assunzioni e formazione Oss
Udine, 20 marzo – “Non ci siamo limitati a dare una mano di bianco alla sanità , ma abbiamo cambiato nel profondo il sistema: la nostra è una riforma invasiva, una novità che costringe a un salto culturale e per questo le resistenze sono molte e l’attuazione è complicata. Ma pur con tutte le resistenze e i ritardi, credo che per la gran parte sia una riforma attuata”.
Lo ha ribadito la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani. intervenendo al convegno “Riforma sanitaria: come vincere la sfida”, organizzato a Udine dalla Cgil Fvg.
Serracchiani, assieme all’assessore alla Salute, Maria Sandra Telesca, ha risposto sui nodi della riforma che la relazione introduttiva di Orietta Olivo, responsabile welfare nella segreteria regionale Cgil Fvg, ha messo in evidenza.
“Il problema non è la riforma sanitaria, ma la sua attuazione e noi vogliamo che si arrivi a un punto tale per cui siano i cittadini stessi a chiedere di non tornare indietro”, ha auspicato Olivo, che ha riconosciuto come “la riforma nasca dalla volontà di assumersi in toto la responsabilità di un cambiamento difficile e necessario anche per la sostenibilità del sistema”.
Ma la Cgil, che pure rinnova il sostegno, rilancia “il rischio di una politica dei due tempi: se i tagli arrivano subito e i benefici molto più tardi è chiaro che l’opinione pubblica ti condanna e che il rischio di strumentalizzazioni politiche aumenta” e per questo, pur non cambiando idea nella sostanza, la Cgil ha espresso tutte le criticità di un “percorso di attuazione che procede troppo a rilento nella sua parte costruttiva”.
“Le resistenze ci sono”, ammette Serracchiani e “lo scontro con carenze oggettive, con lacune che non si immaginava di dover coprire”, come ad esempio il Piano dell’emergenza urgenza, è stato frequente, ma “non si è tirata indietro la politica e nemmeno i tanti operatori che con determinazione continuano a collaborare per dare attuazione alla riforma”, ha commentato Serracchiani, riconoscendo al sindacato una collaborazione che fin dal 2014 ha portato a un percorso condiviso per la costruzione delle Linee guida.
Lo stesso sindacato, pur chiedendo adeguata copertura per il rinnovo del contratto dei lavoratori della sanità , riconosce che la Giunta Serracchiani ha invertito il trend dell’occupazione, che dal 2009 al 2015 registrava meno 964 addetti, portando nel 2016 a ridurre la forbice a -700. Un piano di assunzioni triennale, che proseguirà – ha assicurato Seracchiani – nel 2017 con la previsione di circa altre 400 unità e “anche nel 2018, fino a invertire completamente un calo che ha colpito moltissimo il settore della sanità “.
Per quanto riguarda il personale, Telesca ha invitato a un ragionamento complessivo e approfondito, ricordando in particolare che il personale dedicato all’assistenza dal 2010 a oggi registra 746 unità in più, al netto delle cessazioni.
“E’ stata invertita la rotta e questo è importante, ma bisogna continuare, anche tenendo conto che il personale in servizio ha un’età media alta, proseguendo nel contempo con una revisione del sistema, non contando solo il numero di teste ma valutando che tipo di professionisti sostiene i turni in ospedale e sul territorio”, ha invitato Olivo.
Anche sul fronte della formazione Serracchiani ha fornito risposte aggiornate. “Come abbiamo fatto per infermieri e medici, ora ci occupiamo anche degli operatori socio sanitari (Oss): il bando di concorso per la formazione di 250 di loro è già stato fatto, ora ne bandiremo uno ulteriore per altrettanti, perché abbiamo bisogno di rafforzare le professionalità sul territorio”.
Anche le molte segnalazioni di problemi al sistema informatico sono all’attenzione della Giunta. “Abbiamo fatto interventi profondi sul tema delle infrastrutture, ora dobbiamo fare parlare tra di loro strutture che fino a oggi usavano sistemi diversi: il lavoro sta andando avanti sulla cartella clinica, sulla possibilità di avere i referti on line, come già accade a Pordenone in questi giorni, sulle prenotazioni on line e sulle diverse applicazioni che permettono di vedere in tempo reale i tempi di attesa dei Pronto soccorso e per le prestazioni sanitarie”.
Per velocizzare l’attuazione della riforma, ad esempio per quanto riguarda i Centri di assistenza primaria, la Regione sta intervenendo anche sulle procedure autorizzative, “per accelerarle in modo da continuare l’attivazione sul territorio dopo i 13 Cap che sono già operativi”.
Anche per la Medicina di gruppo integrata (Mgi), cardine dell’accordo tra Regione e medici di famiglia, è all’atto la verifica di più snelle procedure autorizzative (attualmente sono 25 i gruppi che sono in via di attivazione). La Mgi permette la copertura, anche nei centri più piccoli, di una fascia oraria di otto ore quotidiane dal lunedì al venerdì (solo la reperibilità dalle 8 alle 10 del sabato) da parte di un minimo di sei medici.
Un passaggio, questo, considerato dai medici di medicina generale “nucleo necessario da cui partire per attivare in seguito i Cap”, ha ricordato Romano Paduano, segretario regionale Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), intervenuto al convegno chiuso dal segretario generale Cgil Fvg, William Pezzetta, assieme a Ezio Medeot, segretario Spi Cgil Fvg e Mafalda Ferletti, segretaria Fp Cgil. ARC/EP/fc
Fonte: Regione Friuli Venezia Giulia