Trieste, 15 mag – Il ritorno dei lupi nei boschi del Friuli
Venezia Giulia e le conseguenze per gli allevamenti saranno i
temi al centro dell’incontro pubblico organizzato dalla Regione,
in collaborazione con l’amministrazione comunale di Sequals, a
partire dalle 20.30 di giovedì 25 maggio alla villa Savorgnan, in
località Lestans nel Comune di Sequals (Udine).
Nel corso degli ultimi anni si è verificata infatti una forte
crescita della popolazione di lupi, prima sulla dorsale
appenninica e poi sulle Alpi. La presenza e la riproduzione della
specie è ampiamente consolidata in Veneto e nel 2013, dopo quasi
un secolo di assenza, l’animale è ricomparso anche sul nostro
territorio regionale.
Per la sua collocazione geografica, il Friuli Venezia Giulia è
interessato dal passaggio di esemplari in dispersione provenienti
sia da est (dalle popolazioni balcaniche), sia da ovest (dalla
popolazione alpina), a sua volta derivante dall’espansione della
popolazione appenninica.
Recentemente alcune fotografie e riprese video effettuate nel
Pordenonese da appassionati e dal personale del Corpo forestale
regionale, hanno documentato la probabile presenza di una coppia
territoriale di soggetti morfologicamente riferibili al lupo. La
certezza, però, si potrà avere solo attraverso l’analisi genetica
dei reperti biologici raccolti, prevista nell’ambito delle
attività avviate nel progetto comunitario “Life Wolfalps”.
Se confermata, la presenza di una coppia territoriale potrebbe
rappresentare il preludio alla formazione di un branco, l’unitÃ
base della popolazione, che nelle condizioni alpine è in genere
composto dai genitori (la cosiddetta coppia “alfa”) con i figli
dell’anno e, in alcuni casi, se non sono già in dispersione,
dell’anno precedente.
Il lupo è una specie protetta di interesse comunitario (tutelata
dalla Direttiva 92/43/CEE “Habitat”) ed è indicatrice di un
sistema ecologico intatto. La ricolonizzazione della montagna
friulana da parte di quest’animale è quindi una buona notizia dal
punto di vista ambientale, ma suscita qualche preoccupazione
soprattutto tra gli allevatori. Questi, come insegna l’esperienza
in corso da diversi anni in altre Regioni dell’arco alpino,
dovranno tener conto della presenza dei lupi adattando i propri
metodi di allevamento e transumanza (con l’introduzione di
recinzioni fisse o mobili, elettrificate, cani da guardiania)
allo scopo di ridurre i possibili danni ai greggi. Questi ultimi
sono in ogni caso indennizzati dalla Regione che concede anche
contributi per le opere di prevenzione.
ARC/com
Fonte: Regione Friuli Venezia Giulia