TORINO – “La promozione delle imprese editoriali è strettamente legata alla promozione della lettura. L’impegno della Regione è pertanto volto a costruire politiche di filiera in grado di stringere alleanze virtuose tra i piccoli e medi editori e le oltre mille biblioteche presenti in Toscana”. Così Monica Barni, vicepresidente con delega alla cultura, è intervenuta all’incontro sul pluralismo e bibliodiversità organizzato dall’Alleanza delle cooperative italiane al Salone internazionale del libro di Torino.
Approfondendo la specificità di queste politiche di promozione integrata la vicepresidente ha illustrato all’interno del dibattito la filosofia che ha permesso a 57 piccoli editori toscani di portare al Salone di Torino oltre 280 novità dei loro cataloghi “grazie al supporto e all’organizzazione di decine e decine di presentazioni, laboratori, attività culturali pensate e promosse grazie anche alle competenze e alla professionalità di chi tutti i giorni sta a stretto contatto del lettore nel sistema bibliotecario regionale. Persone che è giusto ringraziare per il gran lavoro quotidiano prodotto”.
“E’ più facile che una piccola casa editrice entri in una biblioteca che sullo scaffale di una libreria”, ha proseguito Monica Barni. “Anche per questo un ruolo chiave la Regione lo ha con gli investimenti che permettono di acquisire libri che poi vengono disseminati nelle biblioteche di tutto il territorio, pronti per essere scoperti, letti, amati da decine di migliaia di lettori, spesso tra i più deboli anche per l’impossibilità economica di acquistarli nelle librerie”.
Le biblioteche quindi come luoghi cardine della cultura in Toscana. La vicepresidente ha descritto alla platea torinese la ricchezza culturale, la cosiddetta bibliodiversità , che la politica regionale porta avanti ormai da tempo. “Questi luoghi classici del sapere devono saper mantenere questo ruolo e allo stesso tempo rinnovarsi, diventare sempre più motore di sviluppo di idee, di confronto, di dibattito e quindi spazio privilegiato di crescita della nostra società . Uno spazio intergenerazionale e interculturale aperto a tutti molto prezioso e da coltivare con cura”.
Fonte: Regione Toscana