Trieste, 30 maggio – “Abbiamo ribadito personalmente al ministro Minniti che la disponibilità ad attivare un Centro permanente per il rimpatrio a Gradisca è condizionata alla chiusura del Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo”. Lo ha riferito la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani al termine di un incontro avuto a Roma con il ministro dell’Interno Marco Minniti, assieme al sindaco di Gradisca Linda Tomasinsig.
Il ministro, che già aveva ricevuto istanze scritte dalla presidente e dal sindaco, ha dimostrato di conoscere a fondo la situazione della regione e, convenendo sulla ragionevolezza delle proposte che gli sono state formulate, ha comunicato di aver svolto un primo approfondimento sul caso specifico di Gradisca.
Il sindaco di Gradisca ha ricordato al ministro che in più di dieci anni di presenza di CIE e CARA il territorio ha dato tanto in termini di responsabilità e accoglienza, e ha illustrato la situazione di Gradisca. Manifestando al ministro le preoccupazioni diffuse nella comunità gradiscana rispetto all’impatto della struttura sul territorio, ha chiesto di dare seguito alle azioni individuate dal governo per tenere sotto controllo i numeri.
Serracchiani ha svolto con Minniti anche un ragionamento a raggio più largo, durante il quale è stato posto l’accento sulla necessità di chiudere la rotta mediterranea in modo analogo a quanto è stato fatto con la rotta balcanica. Di qui il lavoro del Viminale per alleggerire la pressione cui è sottoposta l’Italia in questo momento, attraverso un impegno diretto in Libia volto a fermare le partenze, attraverso la creazione di campi che garantiscano la dignità delle persone da parte dell’UNHCR. Il coinvolgimento dei libici e delle grandi organizzazioni internazionali, come l’OIM, l’attività in Europa sui trattati bilaterali per i rimpatri – ha spiegato il ministro – fa parte di un lavoro enorme su più piani, che vede l’Italia sì sotto pressione ma anche punto di riferimento per l’Europa e per tutti i Paesi del Mediterraneo.
Minniti e Serracchiani hanno anche convenuto che, con flussi migratori composti in larga parte di giovani maschi, vanno tenute in debito conto e sotto controllo le problematiche derivanti da differenze culturali e di usi tradizionali. ARC/PPD/com
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Fonte: Regione Friuli Venezia Giulia