Roma, 28 giugno – “Le meraviglie archeologiche di Palmira devono essere un patrimonio e una memoria comune dell’umanità , quindi dobbiamo preservarle e ricostruirle laddove sono state distrutte dagli attacchi terroristici”.
Lo ha dichiarato la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, alla presentazione della mostra Volti di Palmira ad Aquileia, tenutasi a Roma alla presenza, tra gli altri, del ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, e del presidente della Fondazione Aquileia, Antonio Zanardi Landi.
L’esposizione, che sarà visitabile da sabato 2 luglio al Museo archeologico nazionale di Aquileia, è la prima dedicata in Europa alla città siriana dopo le distruzioni recentemente perpetrate. Un’altra tappa del percorso di archeologia ferita”che la Fondazione Aquileia ha intrapreso nel 2015, in collaborazione con il Polo museale del Friuli Venezia Giulia, per far conoscere quanto accade ormai da anni nelle nazioni teatro di distruzioni e violenze operate dal fondamentalismo e dal terrorismo, presentando al pubblico opere provenienti da quei luoghi.
Un percorso del quale Serracchiani, che ha ricordato l’uccisione del direttore delle antichità di Palmira, Khaled al-Asaad, per essersi rifiutato di collaborare con i terroristi, ha spiegato di essere “particolarmente soddisfatta perché il progetto archeologia ferita ha superato le aspettative iniziali”.
“Questo è il terzo appuntamento dopo quelli del Museo del Bardo di Tunisi e del Museo archeologico nazionale di Teheran – ha evidenziato la presidente Fvg – che pone l’attenzione su un tema delicato, ampliando la conoscenza sul patrimonio archeologico dell’umanità . Non a caso l’esposizione si tiene ad Aquileia, sempre stata un crocevia multiculturale dove le genti si incontravano e dialogavano e che ancora oggi continua ad esserlo proprio attraverso questa mostre”.
L’evento raccoglie sedici pezzi originari di Palmira, alcuni dei quali riuniti per la prima volta dopo la loro dispersione nelle collezioni occidentali, e otto da Aquileia che vogliono dimostrare, pur nella distanza geografica e stilistico-formale, il medesimo sostrato culturale che accomuna le due città mediante l’utilizzo di modelli autorappresentativi e formule iconografiche affini.
Franceschini ha ribadito che “queste iniziative si inseriscono perfettamente nelle strategie che il nostro Paese ha deciso di imboccare sul tema della diplomazia culturale a livello internazionale”. Il ministro ha inoltre dichiarato che “è importante fare gioco di squadra tra diversi livelli istituzionali e anche con i privati. Ritengo inoltre molto rilevante che la Fondazione Aquileia si stia caratterizzando su questo tema, all’interno del quale c’è uno spazio enorme per mostre di valore che hanno dietro un disegno e un valore scientifico”. Franceschini ha quindi rimarcato che “intendiamo valorizzare assieme alle nostre strutture periferiche e alla Regione la Fondazione Aquileia”.
L’evento espositivo costituirà , inoltre, l’occasione per restaurare i reperti concessi in prestito dalla Custodia di Terra Sancta, con un intervento finanziato e coordinato dal Polo museale del Friuli Venezia Giulia che consentirà di restituire i rilievi pronti per la loro esposizione nel nuovo allestimento del Terra Sancta Museum.
Come ha chiarito il presidente della Fondazione Aquileia, Antonio Zanardi Landi, l’obiettivo dell’iniziativa è “attirare l’attenzione dell’opinione pubblica e dei governanti sulla gravità del danno che viene inferto all’identità culturale italiana, mediterranea ed europea. Il Mediterraneo di 1.800 anni fa costituiva un’identità culturale importante, dove si muovevano liberamente idee, influssi religiosi e canoni artistici. Nel 2017, quando la convivenza intorno a quel bacino è sottoposta a tante minacce, è estremamente positivo parlare di capacità di convivenza e di influssi reciproci”.
Alla presentazione ha partecipato, tra gli altri, anche il sindaco del Comune di Aquileia, Gabriele Spanghero. ARC/MA/fc
Fonte: Regione Friuli Venezia Giulia