Aung San Suu Kyi non è solo la leader dell’opposizione birmana, ma è stata anche insignita del premio Nobel per la pace nel 1991; precedentemente aveva anche ricevuto i premi Rafto e Shakarov, per il suo attivismo nel movimento non violento.
E’ proprio per questo che l’incontro avuto a Rangoon con Hillary Clinton viene considerato storico e di notevole importanza; inevitabile non ascoltare anche lei prima di ripartire per l’America.
Il nuovo regime “civile” di Naypyidaw sta cercando di lasciarsi alle spalle decenni di dittatura, promuovendo riforme a tempo record; in questo momento è soprattutto necessario allacciare relazioni di amicizia con altri Paesi, che si rendano disponibili a forti collaborazioni affinchè il processo di consolidamento della democrazia vada avanti.
A tal proposito, Suu Kyi, ha affermato: “Sono molto fiduciosa del fatto che, se lavoriamo tutti insieme, e quando dico tutti voglio dire il governo birmano, l’opposizione e i nostri amici degli Stati Uniti e del mondo intero, non ci sarà un ritorno indietro sulla strada della democrazia”.