Una nobile arte, quella della raccolta dell’uva. Certo, rispetto alla pigiatura con i piedi e ai carretti della bucolica campagna lucchese di qualche anno fa, o tempi sono mutati radicalmente. Sì, perché la tecnologia ha inibito forse l’atmosfera romantica ma sicuramente ha fornito un valido aiuto e velocizzato il lavoro. E proprio lo sbocco occupazionale che la vendemmia indubbiamente offre a giovani e non, come tutti gli anni, le aziende si rivolgono agli addetti stagionali. Ma il trend del 2013 è quanto meno da record: chi volesse presentarsi adesso in una delle numerose fattorie montecarlesi o delle colline lucchesi, difficilmente troverebbe spazio. “Molte le “prenotazioni†con mesi di anticipo verso le ditte enologiche del territorio per accaparrarsi una settimana o due attività tra le vigne – analizza Gino Carmignani, presidente del Consorzio dei Doc montecarlesi – e l’identikit di queste persone non coincide più con il classico studente in cerca del primo lavoretto o delle risorse necessarie per pagarsi una fetta di tasse universitarie. Ma la crisi dirompente che ci sta colpendo ha determinato una rivoluzione copernicana in questo senso: troviamo anche individui maturi, che hanno perduto l’occupazione principaleâ€. Infine l’altra novità di questo anno: la cospicua escursione termica tra le temperature del giorno, calde, e quelle notturne, molto più fresche (con una differenza anche di una dozzina di gradi), ha generato un fenomeno particolare: un profumo intenso del succo dell’acino. Tutto per una serie di combinazioni e di reazioni organolettiche e chimiche che comunque esalteranno anche questo aspetto del nettare di Bacco.