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Carabiniere condannato, solidarietà da tutta Italia. Certo è che poteva essere più delicato nell’arrestare un ladro in flagranza…

tribunaleGrozio, Hobbes, pactum societatis. Servirebbero anche nell’epoca attuale le concessioni di società governate da un dominus che decide cosa sia meglio per tutti e per il singolo? Non vogliamo metterla sulla filosofia. Allora, se vi piace di più il diritto penale, l’uomo delinque perché è libero, perché è la sua natura o entrambe le motivazioni ? Nacquero delle scuole ad hoc, modellate su queste tesi, quella classica, quella positivista, la terza, sintesi delle prime due. Tutto ciò premesso per parlare del carabiniere condannato a sei mesi di reclusione, pena sospesa, e al pagamento delle spese processuali, oltre ad un risarcimento del danno per aver arrestato in modo troppo brusco un tunisino beccato in flagranza a rubare. In parole semplici, per 1200 euri al mese, il militare dell’Arma trova in un capannone il magrebino che sfila via il rame dalle bobine di una cartiera. Giorni prima era stato picchiato da alcuni rumeni che non gradivano la concorrenza nel trafugare il cosiddetto oro rosso. Il rappresentante delle forze dell’ordine, che ha avuto importanti riconoscimenti al valor militare in operazioni internazionali in cui si è distinto, ha indubbiamente omesso di chiedere al nordafricano se gradiva l’arresto, magari con tè e pasticcini che diamine… Allo scoop del giornale La Nazione, si è scatenata una gara di solidarietà anche grazie all’apertura di un conto corrente del sindaco di Altopascio Marchetti. Al carabiniere sono arrivate attestazioni da tutta Italia, la notizia è finita sui giornali nazionali (testate prestigiose come il Sole 24 Ore, il Giorno e molti altri che hanno ripreso la notizia de La Nazione) culminando con un paio di interrogazioni parlamentari. 30 bonifici solo il primo giorno, dalla Sardegna alla Sicilia, dalla Calabria al Trentino, colleghi che hanno donato denaro. Il protagonista della vicenda, se vincerà in Appello, devolverà tutto in beneficenza. Mentre accadeva tutto ciò, magari non prevedendo l’ondata emotiva e l’indignazione suscitate (Salvini ha fatto questo esempio nel comizio di Roma) con 4200 adesioni in pochi giorni all’account facebook “Io sto con il carabiniere”, con un pizzico di ritardo ecco arrivare prima la reazione del giudice autore di quella sentenza. Il quale ha dichiarato di aver preso la decisione secono lui giusta (e come avrebbe potuto affermare il contrario) e che non si dovevano applicare le norme in modo diverso solo perché c’era di mezzo un tunisino. Il giudice ha deciso sulla base di referti che parlavano di trauma cranico ma non commotivo e di microfrattura di una costola che nell’intervista ad un sito non ha specificato, parlando genericamente di trauma cranico e di frattura. Dove siano poi le testimonianze dirette è un mistero. Nessuno ha visto il carabiniere picchiare il ladro, perché di questo si tratta (condannato per direttissima per quell’episodio). Su tutto ciò è arrivato il vaticinio del presidente del Tribunale di Lucca che ha parlato di campagna stampa, quando invece i media hanno raccontato la storia di chi ha avuto, a suo modo una sentenza iniqua, parlandone a tutti. La gente, quella che subisce furti nelle abitazioni e nelle aziende tutti i giorni, ha preso posizione. In favore del carabiniere che ha avuto una straordinaria solidarietà tra colleghi. E allora il Presidente del Tribunale ha difeso il giudice. Anche qui per solidarietà. Meno male che adesso è legge la responsabilità civile dei magistrati. Lasciando perdere i tecnicismi giuridici, il messaggio lanciato è: chi ruba viene tutelato, chi fa il suo dovere a rischio della vita per uno stipendio misero, condannato. Ok, la prossima volta che un carabiniere trova un ladro che ruba, non gli verrà il dubbio se vale la pena o meno di mettergli le manette? Infine, un senso di profondo e cristiano sconforto e di pena per chi ha invocato il fatto che in fondo il tunisino aveva perduto il lavoro e che si trovava in un momento di difficoltà…Benvenuti in Italia, Paese di Santi, Poeti, navigatori, ma anche di ladri (di qualunque nazionalità, se a rubare fosse stato sorpreso un milanese o un lucchese avremmo avuto la stessa idea) e dove la giustizia ha percorsi simili ai dogmi religiosi, bisogna crederci anche se non si capisce il motivo.