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Firenze Maggio Musicale. Cellai (FI), Grassi (Frs-SI), Noferi (M5S), Scaletti (LFV), Torselli (FdI-AN), Amato (AL): “E Bianchi se ne va”

“Dopo la Colombo il secondo sovrintendente dell’era renziana fa le valigie. Saranno in pochissimi a rimpiangerlo. Noi – spiegano i capigruppo Cellai (Forza Italia), Grassi (Firenze Riparte a Sinistra-Sinistra Italiana), Scaletti (La Firenze Viva), Torselli (Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale) e Amato (Alternativa Libera) – senz’altro non ne sentiremo la mancanza. Lo abbiamo detto con ogni tono e in ogni sede.

L’uomo solo contro tutti, con l’arroganza di chi pensava di non dover render conto a nessuno aveva discusso con il mondo intero: dai supercommissari (Poletti e Sole), alle sigle sindacali, dalle opposizioni politiche ai lavoratori, dal Maestro Mehta alle masse artistiche.

Colui che dopo decenni di storia aveva cambiato il nome del Maggio musicale in Opera di Firenze rendendo irriconoscibile La Fondazione Lirico Sinfonica di Firenze, colui che aveva provato a liquidare Zubin Mehta dicendo che serviva un nuovo direttore per il teatro esce di scena.

Già era nell’aria dopo che le commissioni cultura e controllo avevano pochi giorni fa approvato all’unanimità una mozione che invitava il consiglio di indirizzo del Maggio musicale e il governo a scegliere non più solo un uomo di conti, ma un uomo di cultura come nuovo sovrintendente.

Ma non sono stati solo i disastri di Bianchi sia relazionali che fattivi a determinarne la fuoriuscita.

Dal 2014 le occasioni sarebbero state innumerevoli. Sarebbe bastata l’offesa al maestro Mehta, o la gaffe del teatro Goldoni o ancora la mancanza di rispetto di Bianchi verso il compositore Fabio Vacchi, per rimanere su temi culturali, o l’impossibilità ad accedere a qualsiasi atto della fondazione.

Il tempismo non è casuale: sarebbe ingenuo pensare che finalmente, dopo 3 anni, il Sindaco Nardella, presidente della Fondazione abbia deciso di allontanare il renzianissimo Bianchi, voluto fortemente prima come commissario e poi come sovrintendente dall’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi per motivazioni solo tecniche.

Le motivazioni sono chiaramente anche politiche.

Noi – concludono Cellai, Grassi, Scaletti, Torselli e Amato – siamo contenti che l’era Bianchi sia finita e auspichiamo un nuovo sovrintendente all’altezza della grande missione culturale di quello che a noi piace ancora chiamare il Maggio Musicale. Ringraziamo il Sindaco per questa decisione, anche se un po’ tardiva.

Ma evidentemente il vento sta cambiando e mai come in questo caso ci sembra di poter vedere il Teatro come il palcoscenico della vita (politica)”. (s.spa.) 

Fonte: Comune di Firenze