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PORCARI #focusporcari – Giannoni pronto a raccogliere la sfida: “Possiamo intercettare la sfiducia nei partiti”

Un focus attento in vista delle amministrative della “piccola” Porcari, che si terranno in concomitanza con Lucca, città che gode di un maggiore, e a volte necessario, clamore mediatico. Due incontri, un’esclusiva de Lo Schermo, con le massime espressioni della vita politica del più fiorente polo cartaceo della provincia. In principio Riccardo Giannoni (centrodestra) e, a stretto giro di posta, Leonardo Fornaciari (centrosinistra).

 

PORCARI – La candidatura a sindaco di Porcari non è ancora ufficiale, ma a suffragare la quasi investitura è l’esperienza, 14 anni in consiglio comunale, seppur dal 2012 (anno dell’implosione del Popolo delle Libertà) senza il vessillo di alcuna tessera politica, perchè “era necessario iniziare un percorso in cui il dibattito si anteponesse alle persone, c’era il rischio di avere programmi fotocopia e la totale assenza di condivisione”.

 

Riccardo Giannoni 35 anni, con ‘La Porcari che vogliamo’, associazione civica, prova a smarcarsi dall’abbraccio dei partiti e si apre alla discussione con i cittadini, “all’interno di un percorso di condivisione iniziato il primo ottobre scorso, da quella data sono partiti una serie di incontri con la popolazione che ha risposto positivamente. C’è ancora voglia di politica a Porcari, ed il senso civico non si è mai sopito”.

 

Giannoni, come mai non ha scelto di ripararsi sotto l’ombrello dei partiti di centro destra?

Volevamo impegnarci direttamente sul territorio ed è quello che abbiamo fatto, a Porcari c’è stata una bella partecipazione, la gente ha voglia di interessarsi alla ‘cosa’ comune, la civicità è vissuta ancora in maniera partecipativa. C’è sfiducia però nelle strutture partitiche, motivo per cui abbiamo dato priorità al confronto piuttosto che alla persona da scegliere, con una serie di tavoli congiunti con la cittadinanza che termineranno a fine marzo e dai quali emergerà il candidato, assieme ad una lista di priorità.

 

Da più parti tuttavia viene già fatto il suo nome. Quanto c’è di vero?

Molti me lo hanno chiesto, soprattutto alla luce della mia maturità politica. Io ci sono, non voglio certo nascondermi dietro un dito ma, come le ho detto, tra meno di un mese ci sarà l’ufficialità.

 

La Porcari che vogliamo nasce come movimento civico, sganciato, per adesso, da logiche nazionali.
Nessuno dei partiti dell’area moderata, ad oggi, l’ha contattata?

Alcuni esponenti politici, dopo aver dato un’occhiata al nostro progetto, mi hanno manifestato interesse, ma ripeto, noi non cerchiamo nessuna copertura.

 

La sua è un’esperienza che richiama, per certi versi, quella di Remo Santini a Lucca. Ci trova delle analogie?

Premesso che Lucca è una realtà assai più complessa di Porcari, secondo me Santini ha tardato troppo prima di uscire allo scoperto, è stato troppo attendista e, a differenza del nostro movimento, non ha svolto un importante lavoro sul territorio”.

 

Torniamo a casa sua. Quali sono, secondo lei, le priorità di Porcari?

In 17 chilometri quadrati sono concentrate quasi 1000 aziende, il Comune incassa quasi 140 mila euro l’anno di Imu per chilometro quadrato, rispetto ai 69 mila di Capannori e di Montecarlo, abbiamo il doppio delle risorse dei comuni limitrofi, che in pratica significa un potenziale non sfruttato, non reinvestito a favore della cittadinanza. In questi anni, soprattutto a causa della mancanza di alternanza politica, l’amministrazione si è adagiata, sono stati fatti alcuni rammendi, senza purtroppo guardare al futuro.

 

Dove, nello specifico, interverrebbe, se fosse il primo cittadino?

Un tema caro a “La Porcari che vogliamo” è quello legato alla sicurezza. Serve una rete di videosorveglianza, con telecamere all’avanguardia, specie nell’area industriale, dove non mancano episodi di criminalità e, di pari passo, un buon controllo di vicinato, esiste a Lucca e a Montecarlo, non vedo perché a Porcari non debba essere predisposto.
Ce lo domandano i cittadini, così come ci chiedono della questione scolastica, abbiamo due plessi scolastici per l’infanzia totalmente vetusti, uno del 1950, privi di adeguamento sismico; tempo addietro è stata messa in sicurezza una scuola (la media Enrico Pea, ndr), ma questo non è per niente sufficiente, ne va dell’incolumità dei nostri figli, che sono il nostro futuro.

 

Da giorni tiene banco la questione del restauro della Ruga. Il sindaco uscente Baccini, ha dichiarato “che il dissenso si è manifestato solo adesso, in vista delle amministrative”. Come risponde al riguardo?

Non ci vedo nessuna strumentalizzazione politica, sono ovviamente anch’io favorevole al recupero, la Ruga è un simbolo, un luogo del cuore, ma Baccini ha sbagliato, ha preso una decisione senza interpellare nessuno tantomeno il comitato che si è creato, ha alzato a sproposito i toni, il finanziamento è già stato concesso, (dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, ndr) e l’opera si farà, non si sa quando visto che tra poco entriamo in campagna elettorale, senza peraltro che sia stata trovata una soluzione condivisa.

 

Altro tema rovente riguarda la Snai. Come giudica l’operato dell’amministrazione Pd?

La Snai è una ferita aperta, per l’intera comunità porcarese. Non imputo niente all’attuale giunta, con la quale c’è stata profonda sintonia, quello che non mi va giù è il comportamento e l’atteggiamento di imprenditori che dall’oggi al domani spostano la sede legale a Milano, con la chiara intenzione di smantellare tutto.

 

Crede che da Roma sia stato fatto tutto il possibile per evitare questo trasloco forzoso?

Su questo avrei da ridire, al di là di mere interrogazioni parlamentari ben poco, Snai vive sulle concessioni pubbliche, forse si sarebbe dovuto spingere di più affinché si mantenessero in piedi le relazioni sindacali invece di lasciare 400 persone, per lo più donne, in balìa del destino, senza nessuna garanzia.

 

Porcari attualmente ospita 19 migranti e il 13 febbraio si è insediato il nuovo Prefetto Simonetti. Se venisse eletto sindaco, come risponderebbe ad eventuali solleciti da parte del Ministero dell’Interno ad accogliere altri richiedenti asilo?

Porcari è a posto così, ma quello che più mi preme sottolineare è che il governo nazionale ha sbagliato l’approccio, non c’è stata alcuna progettualità. I percorsi d’integrazione sono stati sterili. Servono corsi professionalizzanti affinché i migranti imparino un mestiere, unica maniera per diventare parte attiva del tessuto sociale. S’immagina poi cosa succederebbe se finisse il flusso economico che proviene ad oggi da Bruxelles? Le cooperative sono già in fibrillazione, e una volta chiusi i rubinetti smetterebbero all’istante di accogliere migranti, così queste persone non farebbero altro che andare a sfiancare il già debole sistema di welfare dei comuni nei quali sono stati accolti.

 

Salanetti e il carbonizzatore. Un binomio che non incontra tanto successo nella Piana e anche lei, tempo addietro, spese parole in contrasto con i dettami provenienti dalla Regione. E’ cambiato qualcosa da allora?

La mia è e rimane sempre una posizione del tutto contraria, e questo vale non solo per Porcari ma per l’intera Piana, è un no anche ad impianti di sperimentazione in un’area che viene ritenuta satura perfino dalla Regione stessa.

 

Le polveri sottili lacerano la Piana, Porcari inclusa. Recente l’appello del presidente della Provincia Menesini per un tavolo in Regione al fine di arginare il fenomeno dilagante dell’inquinamento atmosferico. Qual è la sua posizione?

Non si può avere una sola centralina a Capannori, l’aria è inquinata anche a Porcari, occorrono laboratori mobili, e per farlo abbiamo bisogno di finanziamenti regionali, che ci sono e vanno sfruttati, pensi che l’ultimo è stato ottenuto addirittura più di 8 anni fa per un progetto di bike sharing fallito, dietro la sede comunale. Fa bene poi Menesini ad alzare la voce, la questione è di vitale importanza, è necessario fluidificare il traffico e magari premiare le imprese che investono di più nella tutela dell’ambiente, anche con una targa onorifica, in modo tale da creare una competenza positiva, a tutto vantaggio della città.

Fonte: Lo Schermo