Trieste, 15 mar – Il centro di ascolto contro le
discriminazioni e le molestie sul luogo di lavoro presente a
Pordenone potrà continuare ad operare all’interno dei locali di
Villa Carinzia. Lo stesso vale anche per le altre strutture
presenti nel resto del territorio regionale, le quali porteranno
avanti la loro attività nelle sedi che appartenevano alle
Province.
Lo ha affermato l’assessore regionale al Lavoro Loredana
Panariti, rispondendo oggi in Aula a due distinte interrogazioni
presentate sull’argomento dai consiglieri Mara Piccin (Forza
Italia) e Renzo Liva (Pd).
Panariti ha evidenziato che le difficoltà in cui versano
attualmente i centri di ascolto presenti in Friuli Venezia Giulia
sono legati a due eventi concomitanti. “Il primo – ha detto – è
quello conseguente alla soppressione delle Province; enti questi
che, prima della riforma, erano i soggetti promotori
dell’attività . Pertanto ora andranno ricercati nuovi partner
istituzionali ai quali sarà affidato il compito di presentare i
progetti; questi soggetti potrebbero essere tanto le Unioni
territoriali intercomunali (Uti) quanto i Comuni”. Il secondo
aspetto è quello invece sui nuovi regolamenti riguardanti
l’attività dei centri di ascolto.
Per ovviare a queste due problematiche “la Giunta ha innanzitutto
deciso – ha detto Panariti – di emanare al momento solo il
regolamento per il finanziamento dei punti di ascolto e non
quelli per il loro accreditamento, passaggio quest’ultimo che
verrà compiuto solo successivamente. Pertanto per il 2017 sarÃ
consentito il sostegno economico dei punti di ascolto giÃ
accreditati in base ai vecchi requisiti”.
Relativamente alle sedi, al momento nella legge non ci sono
indicazioni specifiche al riguardo. “Tuttavia – ha evidenziato
Panariti rispondendo a Piccin e Liva – in passato il partner
istituzionale ospitava il centro all’interno dei propri locali,
mentre il finanziamento regionale veniva utilizzato per la
copertura delle spese relative ai professionisti e operatori dei
punti di ascolto. In fase transitoria quindi – ha concluso
l’assessore regionale – i punti di ascolto potranno svolgere la
propria attività nelle strutture delle Province, locali strutture
resi disponibili ai soggetti che presenteranno l’istanza di
finanziamento”.
ARC/AL/EP
Fonte: Regione Friuli Venezia Giulia