FIRENZE – “La dignità deve essere il primo prodotto di tutte le nostre coltivazioni agricole. Per questo gli episodi di caporalato segnalati devono essere fortemente sanzionati. Non si possono fare sconti a chi sottomette e sfrutta le persone” .
Si apre così una dichiarazione congiunta del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e dell’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi, che tornano a commentare l’indagine in corso alla notizia dell’indagine sul caporalato nel Chianti senese e le perquisizioni che hanno riguardato numerosi dipendenti di una cooperativa contoterzista di lavori stagionali.
“Le prime notizie diffuse – sono parole di Rossi e Remaschi – testimoniano che queste persone erano in condizioni di vita e di lavoro inaccettabili. Fa male sapere che tutto questo è avvenuto nella nostra terra. Perciò, pur se siamo consapevoli che si tratta di un fenomeno certamente molto limitato, dobbiamo alzare la guardia e avere un atteggiamento molto attento per prevenire e affrontare questi fenomeni.
“La lotta contro ogni forma di illegalità nel mondo del lavoro – continua la dichiarazione– è un tema cruciale e dobbiamo affrontarlo tutti insieme. Il Parlamento ha approvato nei mesi scorsi la legge contro il caporalato e, qui in Toscana, abbiamo firmato un protocollo con Inps, Ministero del lavoro, sindacati, organizzazioni del mondo agricolo per contrastare sfruttamento e illegalità sospendendo i finanziamenti europei alle aziende che impiegano lavoro illegalmente.
Ma questo impegno deve essere assunto anche da tutte quelle aziende, la stragrande maggioranza, che contribuiscono all’immagine di un’agricoltura unica per la sua qualità : ognuna, nel suo piccolo, deve contribuire a rimuovere questo cancro del caporalato, segnalando tempestivamente dove si annida.
E’ un modo anche questo per rafforzare quell’immagine di trasparenza con cui le nostre produzioni sono giustamente conosciute e apprezzate nel mondo.
Spesso diciamo che i prodotti della Toscana contengono anche l’identità del suo territorio, del suo paesaggio, della sua cultura. Bene di questa identità è parte anche una storica attenzione ai diritti di ogni essere umano. Una cura che vogliamo mantenere”.
Fonte: Regione Toscana