“Il libro ‘Setta di Stato – Il caso Forteto’ di Francesco Pini e Duccio Tronci deve essere presente al Salone del Libro di Torino, all’interno dello spazio riservato alla Regione Toscana. Viceversa, saremmo di fronte ad un atteggiamento oscurantista e di inspiegabile censura che non si addice né alla nostra regione, né a tutti coloro che hanno sperato, negli ultimi anni, di accendere finalmente la luce su una delle vicende più dolorose ed incresciose mai accadute in Toscanaâ€. A chiederlo sono tutte le forze politiche di opposizione presenti a Palazzo Vecchio.
“Dopo che la Regione si era costituita parte civile al processo – spiegano Torselli, Scaletti, Xekalos, Amato, Cellai e Grassi – e che ben due commissioni d’inchiesta, assieme al consiglio regionale, avevano svolto un preziosissimo lavoro finalizzato alla ricerca della verità su quanto accaduto all’interno del Forteto, la decisione della giunta regionale di vietare la presentazione del libro al Salone di Torino, adducendo una motivazione peraltro ridicola e offensiva delle stesse vittime (secondo la vicepresidente Berni il libro sarebbe fuori tema) è davvero un qualcosa di inspiegabile e, purtroppo, anche di molto graveâ€.
“Di fronte a questa assurda decisione – raccontano i rappresentanti dell’opposizione – volevamo che il consiglio comunale di Firenze non restasse in silenzio sulla vicenda: ecco perché abbiamo presentato una risoluzione per chiedere al sindaco di adoperarsi, con tutti i mezzi in suo possesso, per tentare di far cambiare idea alla Regione”.
“Purtroppo – concludono Torselli, Scaletti, Xekalos, Amato, Cellai e Grassi – il Partito Democratico a Palazzo Vecchio ha superato, sul piano della gravità e della follia delle decisioni, i propri colleghi della regione, impedendoci di presentare l’atto nel corso del consiglio comunale odierno ed avallando, nei fatti, l’atteggiamento di censura che la Regione vorrebbe operare nei confronti dei testi scomodi. Un atteggiamento proprio dei peggiori regimi dittatoriali e che cozza assolutamente con il concetto di democrazia che, evidentemente, qualcuno porta esclusivamente nel nome”. (fdr)
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Fonte: Comune di Firenze