Porcari (LUCCA) –
LUCCA. I dati ufficiali confermano le impressioni ricevute passeggiando tra gli stand allestiti sulle Mura, e condivisi anche da numerosi espositori: quest’anno, a Verdemura, c’era più gente. E il dato percepito viene confermato dai numeri che, la seconda giornata della festa del verde, dei fiori, dei giardini (in una parola, della primavera) ha avuto, al momento, un 10% in più di visitatori rispetto allo scorso anno. Resta da vedere quanto, su questo dato, abbia inciso il fattore meteo, con previsioni certo non incoraggianti per la giornata di oggi che potrebbero aver spinto molti ad anticipare al sabato la visita inizialmente programmata per la domenica . Ma, intanto, ieri, in molti si sono goduti la festa, con visitatori, a giudicare dagli accenti, arrivati anche da molto lontano.
E da molto lontano arrivavano anche parecchi espositori, con stand che proponevano prodotti di ogni zona d’Italia: dal profondo sud al profondo nord (in particolare molto nutrita era la rappresentanza piemontese), e anche da oltreconfine, segno che il nome di Verdemura è apprezzato dagli operatori del settore, al punto da giustificare anche trasferte di parecchie centinaia di chilometri pur di esserci.
Intanto, tra le iniziative organizzate ieri, la presentazione della camelia intitolata a Maria Pacini Fazzi, alla presenza della stessa editrice. Presente anche il sindaco Alessandro Tambellini che, in quest’occasione, ha anche parlato dei sui sogni nel cassetto, tra cui la valorizzazione di Villa Bottini e dell’acquedotto del Nottolini.
Tornando alla rassegna, accanto ai classici protagonisti, le piante e i fiori, si scoprono tante manifestazioni di ingegno, nella lavorazione dei materiali, nella scoperta di piante particolari e nella loro lavorazione. Una cosa colpisce, ossia l’aspetto generazionale: guardando al di là del banco si notano soprattutto due generazioni, una anziana, di chi ha conservato le tradizioni, e un’altra giovanissima, di chi sta cercando di riscoprirle. Mancaâ€l’età di mezzoâ€. Segno forse che l’epoca dell’abbandono delle campagne è tramontata, a vantaggio di una riscoperta di un lavoro spesso duro (ma meno di un tempo), ma che può dare molte soddisfazioni, anche più importanti di quelle meramente economiche.
E dietro quei banchi si nascondono tante speranze, scommesse e anche intuizioni. Storie da raccontare. Ne abbiamo scelta, perché lucchese e perché, almeno al momento della partenza, originale. Quella di una coppia che ha scelto di puntare su una coltivazione insolita dalle nostre parte, lo zafferano, “l’oro rossoâ€. Oggi non è una novità , e in tanti stanno puntando su quella coltivazione, ma Giada Papucci e Gaetano De Felice di Porcari hanno avuto quell’idea, giovanissimi, ben 7 anni fa, quando nessuno dalle nostre parti ci aveva pensato. «È iniziato quasi per caso – racconta Giada – mi piacevano molto i crochi e li andavo a raccogliere nei campi (quello dei crochi è un genere di fiori ndr). Da lì poi è venuta l’ispirazione per coltivare una pianta precisa di quel gruppo, appunto lo zafferano». Una coltivazione portata avanti nel Compitese, che sta dando soddisfazioni alla coppia, e che nel frattempo ha trovato molti imitatori: «Adesso è venuta fuori la moda, e anche le richieste di bulbi sono molte». Cresce la concorrenza? Allora occorre puntare sulla fantasia. È così
che pochi anni fa sono spuntate anche le arnie, per creare il miele allo zafferano: «Dopo un primo anno di sperimentazione adesso abbiamo lanciato anche questo nuovo prodotto. Ma anche in questo caso non siamo rimasti i soli a farlo». Appuntamento quindi allaprossima idea.
Luigi Spinosi
Fonte: Il Tirreno