Lucca –
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L’amministrazione Tambellini ha operato per sostenere i nuclei familiari in difficoltà e per un uso razionale delle risorse. A tracciare un bilancio di 5 anni di mandato è l’assessore Antonio Sichi che ha in mano, tra le altre, le deleghe alle politiche abitative, al patrimonio e alla partecipazione. “Dal 2012 al 2017 – afferma Sichi – il Comune di Lucca ha assegnato 234 case popolari a fronte di 136 consegnate nel periodo 2004-2012. In cinque anni abbiamo erogato la cifra record di 4,6 milioni di euro di contributi in conto affitto che è andata a favore di 3.339 utenti in difficoltà . Solo nel 2016 abbiamo speso 145.000 euro per sostenere 50 progetti sociali, 170.000 euro messi nel fondo per la morosità incolpevole e con la mediazione sociale sono state seguite 180 famiglie. Lucca è oggi per le politiche abitative un’eccellenza riconosciuta in Toscanaâ€.
Il Comune ha inoltre portato avanti 167 piani di rientro dalla morosità sottoscritti dagli inquilini delle case popolari che negli anni non avevano pagato l’affitto: una cifra di quasi 455.000 euro accertati di cui 150.000 già incassati. “Prima – commenta Sichi – tutto era lasciato al caso e l’entità della rata veniva decisa in maniera soggettiva dal responsabile di turnoâ€.
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Sul fronte della partecipazione e del bilancio partecipato, 281 cittadini hanno deciso insieme come usare 1,5 milioni di euro di fondi del Comune. “Il risultato – aggiunge Sichi –  sono state 15 nuove opere date alla città . Il bilancio partecipativo non ha esaurito la partecipazione dei cittadini, che si è sviluppata anche nei percorsi sui progetti Piu-Quartieri Social di Sant’Anna e San Vito-San Concordio e sul nuovo Piano strutturaleâ€.Â
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Sul fronte del patrimonio del Comune, la prima cosa che è stata fatta cinque anni fa è una ricognizione sulla titolarità delle assegnazioni o occupazioni in essere. †La fotografia che è venuta fuori –  spiega Sichi –  è stata desolante. La maggior parte delle assegnazioni erano scadute e altre erano prive di atti che ne giustificassero la concessione. Inoltre il canone era talmente differenziato, si passava dalla totale gratuità allo sconto del 20% sulla cifra prevista, da pensare che fosse stato stabilito in maniera discrezionale e non oggettiva. Seguendo il regolamento comunale per tutte quelle associazioni che rispondevano ai criteri previsti abbiamo applicato lo sconto massimo possibile, cioè il 50%â€.
Infine notevoli risultati sono stati prodotti sul campo rom e sinti. “Il progetto di smantellamento del campo di via delle Tagliate – conclude Sichi –  è partito dal censimento delle persone presenti, stabilendo definitivamente chi aveva diritto a stare in quell’area e chi no. Successivamente, per confermare il diritto, abbiamo fatto firmare un patto di adesione al percorso, chiudendo contemporaneamente l’accesso a nuovi arrivi e impedendo il rilascio di nuove residenze. In un anno con il nostro progetto siamo passati dalle 126 persone censite a fine 2015 alle attuali 79, con una riduzione di 47 unità pari al 37,3%. Abbiamo poi installato i contatori facendo pagare l’acqua a chi ci abita e non più al Comune. seguendo il nostro cronoprogramma il campo potrà essere chiuso in 3-4 anni senza costi per il bilancio comunale. Ricordo che quando governava il centrodestra i campi costavano alla comunità 100.000 euro per la fornitura dell’acqua e nonostante le 27 case popolari assegnate dal 2004 al 2012 in via delle Tagliate, al nostro arrivo abbiamo trovato 38 nuclei ammassati nelle 23 piazzole presentiâ€.Â
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Fonte Verde Azzurro