Lucca –
accadde oggi – 1° Maggio Festa del Lavoro e, anticamente, capodanno della bella stagione e della fertilitÃ
Celebrare la Festa dei Lavoratori e del Lavoro, in un Paese che ieri ha diffuso dati disastrosi sull’occupazione, è davvero difficile! Difficile fare festa, con il 43% dei giovani a spasso e, fate attenzione! sono il 43% di quelle forze nuove che cercano lavoro! Se la percentuale comprendesse anche i molti, i cosiddetti NEET, giovani che non studiano, né lavorano e vivono assieme alla famiglia d’origine, sarebbe spaventosa! Allo stesso modo, si dice che i disoccupati totali sono il 13%, ma anche qui si parla di coloro che stanno cercando un lavoro! Nessuno ci dice in quanti, scoraggiati, hanno smesso anche di chiedere! Così se le iniziative del Job Act hanno fato diventare contratti tempo indeterminato molte situazione precarie, per i vantaggi fiscali, per cui molte partite Iva, molti cocco o a progetto, sono diventati dipendenti a tutti gli effetti, è anche vero che in questi primi mesi del 2015, il totale degli occupati non risale e nell’ultimo mese diminuisce di qualche decina di migliaia di unità . Tutti dicono che la ripresa ci sarà verso la fine dell’anno…a vedere le vendite delle nostre aziende, dei marchi, delle squadre di calcio, delle localizzazioni che continuano…verrebbe da pensare che l’uscita dalla crisi è lontana, ma nel giorno di festa bisogna essere positivi! E allora occupiamoci delle radici lontane del 1° Maggio.
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Credo che si sia pensato nella società moderna, il lavoro, che significa: forza, volontà di produrre, di andare avanti, in questa data, perché anticamente, nelle popolazioni primitive a noi vicine, per primi i Celti che sono i primi, in qualche modo, abitando per tante nazioni, ad “unificare†l’Europa, che in questa data, vedevano l’inizio della bella stagione e quindi della produttività della terra, la sua fertilità e con essa ancella fertilità degli animali e degli uomini. Era una specie di Capodanno, che iniziava nella notte tra il 30 aprile ed il 1° maggio, la Notte di Valpurga, (vedi quanto scriviamo, nella rubrica sul santo del giorno, su Santa Valpurga, posta in questa in questa data dalla Chiesa non a caso!) con balli, canti, feste orgiastiche, che volevano celebrare il trionfo della luce sulle tenebre, il riaffermarsi della vita sulla morte, rappresentata dall’inverno.
Da queste feste ebbe origine il Calendimaggio, con l’Albero Cosmico che da noi è diventato nelle feste paesane il semplice albero della cuccagna. E Maggi (da cui prendono il nome le rappresentazioni popolari) si chiamavano i ramoscelli di quest’albero che si davano alle giovani per augurio di fecondità . In questa festa, i maggianti (o maggerini) cantavano strofe benauguranti agli abitanti delle case che visitavano, in cambio di doni (tradizionalmente uova, vino, cibo o dolci): un canto, un rito, con funzione magico-propiziatoria come avviene per i canti di questa per la Befana. Queste feste erano poi momento di incontro e di commercio, come si può vedere ancor oggi negli appuntamenti che si tengono Fornaci di Barga, la Maggiorata di Firenze o di Castiglione d’Orcia a Siena, ad Assisi ed in tutta la montagna pistoiese, dove per tutto il mese si svolge la Festa del Maggio itinerante.
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Vediamo qualcosa di più approfondito sulle usanze più antiche, quelle celtiche.
Il 1° maggio, allora, prendeva il nome di Beltane o Beltaine (che nel gaelico significava “fuoco luminoso“): era la festa ancestrale della luce, nel giorno che dava il via alla bella stagione del sole.
Fonti gaeliche affermano che i Druidi accendevano dei falò sulla cima dei colli e che vi facevano passare attraverso il bestiame del villaggio per purificarlo ed in segno di buon augurio. Anche le persone attraversavano i fuochi, allo stesso scopo. L’usanza persistette attraverso i secoli anche dopo la cristianizzazione e sopravvive ancora oggi in alcuni luoghi, dove principalmente le persone vengono fatte passare attraverso i fuochi: quella più importante e dal sapore pagano e ancestrale, è quella che si tiene ogni anno la notte del 30 aprile a Calton Hill, presso Edimburgo (Scozia), a cui partecipano migliaia e migliaia di persone seminude, dipinte di rosso fuoco e con torce!
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Nel Druidismo, l’antica religione dei Celti, Beltane molto probabilmente dedicata a Beleno, dio della luce, è una delle otto festività (4 maggiori e 4 minori) legate al ciclo delle stagioni.
La festività con falò e torce in onore della luce, ha soprattutto significato di festa della fertilità e l’incentivazione di essa sia per gli uomini che per gli animali (con i rituali orgiastici o la danza attorno a un palo ornato di fiori e stringhe, di cui ogni danzatore tiene un’estremità ).
In Italia, i Celtoliguri erano senz’altro tra gli adoratori del dio e celebravano questa festività . Ed è fin troppo facile rintracciare in molte culture contadine, come ad esempio in Piemonte, Valle d’Aosta, in alta Valle Camonica, in tutta la Toscana e Garfagnana, l’usanza di fare grandi fuochi accesi in alto sui monti, ben visibili da fondo valle. Basti pensare a Cerreto di Borgo a Mozzano o a Gorfigliano.
E’ facile capire allora il perché cadde proprio in questa  la festa della vitalità e della forza, quella moderna della forza lavoro e di tutti i lavoratori!
Anch’essi, del resto, in questa festa, credevano di andare verso…il sol dell’avvenire!
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Fonte Verde Azzurro