Lucca –
Il primo numero de “Il Corriere di Garfagnana†(foto tratta dal sito della pro loco www.castelnuovogarfagnana.org) |
Siamo nell’era dove comunicare con altre persone anche nei luoghi più remoti del pianeta è diventato facilissimo.Con internet il mondo è letteralmente a portata di mano, basta avere un telefono cellulare da poche decine di euro e il gioco è fatto. Attraverso uno smartphone si può parlare guardandoci negli occhi, possiamo scambiarci documenti in tempo reale, si possono esternare le nostre emozioni in presa diretta e per di più ci si può informare su quello che succede nel mondo minuto dopo minuto. Ma una volta? Una volta era un’altra musica. Ci volevano settimane per recapitare una lettera ad un proprio caro emigrato in America, per portare dei documenti dovevamo sobbarcarci talvolta di viaggi estenuanti su carrozze scomodissime o se si era fortunati su treni lentissimi, e l’informazione? L’informazione era la finestra sul mondo della persona qualunque, attraverso i giornali ti informavi sui fatti e sopratutto potevi anche esprimere le tue idee o le tue opinioni, in parole povere il giornale o quotidiano che fosse agli inizi del secolo scorso era l’internet di adesso, poco importava se talvolta le notizie venivano riportate quando ormai erano già accadute da qualche giorno. Figuratevi un po’, tanto per fare un mero esempio questo articolo che state leggendo è in condivisione con il mondo intero, lo stesso articolo che leggete in questo momento lo possono leggere anche in Bangladesh nel medesimo istante. Ma non era così e non era questo il mondo di Agostino Rosa… Ma chi era Agostino Rosa? Il signor Rosa fu tra i primi pionieri dell’informazione nella valle, nonchè il primo editore che nel lontano 1881 fondò il primo giornale di tutta la Garfagnana: “Il Corriere di Garfagnanaâ€. Agostino nacque nel lontano 1853 a Castelnuovo, intraprese gli studi universitari a Pisa per diventare professore di matematica ma la matematica in fondo non era la sua aspirazione e solo dopo due anni la frenesia di metter su qualsiasi tipo di attività prese il sopravvento. Dapprima mise su un agenzia di trasporti nella valle a cui segui un’azienda agricola che vendeva concimi di ogni genere. Ma purtroppo il dilemma per Agostino era un
Il monumento a Agostino Rosa |
altro, la Garfagnana era troppo relegata al suo “orticello†per potersi sviluppare, pochi conoscevano questa sperduta valle, era arrivato il momento di far sentire al mondo anche la voce dei garfagnini e quale miglior cosa di un giornale per farsi conoscere? Detto fatto nel 1880 prese il via la prima tipografia, Rosa si avvalse dell’entusiasmo e dell’intelligenza di validi collaboratori come il professor Pietro Pieroni e il conte Giuseppe Carli. Il primo numero uscì nel giugno del 1881 sotto la direzione di Pieroni con lo scopo dichiarato di essere “la voce dei Garfagnini e l’organo di collegamento coi corregionali espatriatiâ€, uscì come settimanale di quattro pagine, con quattro colonne per pagina al costo di cinque centesimi, la tiratura era di poche centinaia di copie che in buona parte venivano diffuse a Castelnuovo nel giorno del mercato, giorno in cui la maggior parte della gente scendeva nella cittadina per comprare o vendere i propri prodotti, mentre agli abbonati (l’abbonamento costava 3 lire l’anno) veniva recapitato a mano. Anche in questo caso non mancarono però i denigratori. Ai benpensanti dell’epoca questo giornale apparve subito come troppo temerario e provocatorio, prevedendone ben presto la chiusura. Ma non fu così, l’editore scacciando gli “uccellacci del malaugurio†impegnò sopratutto il suo giornale per raccontare i problemi della nostra terra, come quando prese le difese delle acque della Garfagnana. Questo caso fu assai clamoroso ebbe inizio nel 1900, il ministero delle finanze con un decreto e senza parere degli amministratori garfagnini decise che la sorgente della Turrite di Gallicano non era di proprietà pubblica, ma bensì privata e per questo fu ceduta in uso a “La Marsaglia†società fiorentina che intendeva utilizzarla per rimpinguare l’acquedotto di Firenze. Nel frattempo al giornale (eravamo nel 1892) arrivò un nuovo personaggio, una persona fra le più intelligenti e sagaci che la nostra valle abbia mai avuto: Giuseppe Bernardini meglio conosciuto con lo pseudonimo di Giber (n.d.r:pseudonimo preso dalle iniziali del suo nome e cognome), bastava leggere un suo pezzo per capire con chi si aveva a che fare. Da quel momento il connubio con Rosa fu indissolubile. Il Giber vide la luce a Casciana (comune di Camporgiano) nel 1868, dopo aver fatto il liceo classico a Lucca si laureò in medicina all’università di Modena, la sua notorietà non la deve però alla professione di medico che fra l’altro svolse per alcuni anni con onorata condotta, ma bensì al giornalismo che già imperava nel suo D.N.A. A 24 anni prima della laurea gli venne affidata la direzione de“Il Corriere di Garfagnanaâ€, da subito la sua mano si fece sentire in modo tangibile, infatti fu cambiato il nome del giornale che diventò: “La Garfagnana†con il sottotitolo di “Sentinella Apuana†seguito dal suo motto “alla conquista delÂ
La nuova intestazione del giornale voluta dal Giber |
bene per le vie del veroâ€. La sua maestria nello scrivere lo portò a pubblicare articoli vibranti. Graffiante era la sua penna, aveva il potere di essere ascoltata per risolvere i problemi di un territorio depresso come quello garfagnino. Le lotte portate avanti su queste pagine furono numerose, dal completamento della linea ferroviaria Lucca-Aulla, alla costruzione della strada Castelnuovo- Arni, all’istituzione di nuove scuole di ordine e grado, fino all’estenuante lotta per il passaggio della Garfagnana dalla provincia di Massa a quella di Lucca, in questo caso ebbe a scrivere uno fra gli articoli più “taglienti†e provocatori, eccone un estratto:
“A causa del vergognoso abbandono in cui siamo lasciati, noi militeremo tutti, in breve volgere di tempo, nei partiti sovversivi. La Garfagnana diventerà una cittadella del socialismo e noi faremo del nostro meglio per accrescerne proselitiâ€.
Il Giber ossia Giuseppe Bernardini |
Nel bel mezzo di tutte queste lotte improvvisamente a soli 50 anni l’editore Agostino Rosa morì, il colpo fu duro da assorbire per tutto il giornale ma l’insegnamento di Rosa non avrebbe voluto che tutto si fermasse  e anche se con difficoltà il giornale continuò la sua vita con il Giber sempre più protagonista, tanto da divenire negli anni deputato per la provincia di Massa, nonchè sindaco di Castelnuovo. Molte furono le onorificenze ricevute: cavaliere, commendatore e chi più ne ha più ne metta, ma come ebbe a dire: “Una croce in più o in meno ha poca importanza, l’uomo è nato animale e animale resta. Tutt’al più può aspirare a non diventare bestiaâ€.
Nel 1923 si dimise dalla carica di sindaco, il fascismo aveva preso il potere e lui non ambiva a essere un sindaco fascista e il 30 novembre del solito anno successe il fattaccio; all’uscita della porta di servizio del Bar Costanza a Castelnuovo, intorno alle undici di notte fu aggredito e bastonato da squadristi, da li fu un lento declino dovuto alla stanchezza e al bavaglio imposto dal regime allo scomodo giornale garfagnino. Nel 1933 il 25 novembre il Giber morì a 65 anni, lasciando per sempre la direzione del giornale. L’ultimo numero del giornale fu curato da Carlo Cervioni, uscì nel dicembre ’33 e fu sopratutto unâ€inno alla gloria†per il Giber. Le pubblicazioni ripresero mensilmente ben 19 anni dopo nel 1952, alla direzione c’era l’avvocato Lorenzetti (che era diventato anche il proprietario della testata), nel 1954 la guida passò ad un’altro illustre cittadino, Luigi Suffredini, ma oramai l’epica generazione dei pionieri era finita, si affrontava il nuovo mondo con altre idee e con altri intenti, così fu per “Il Corriere della Garfagnana†che nel 1991 alla morte di Suffedini ebbe un altra grande, grandissima penna alla sua conduzione(per pochi mesi): Almiro Giannotti detto il Gian Mirola.Oggi il giornale è di proprietà della Pro Loco di Castelnuovo e i suoi 135 anni li porta ancora bene e a questo proposito torna alla mente quello che scriveva il Giber nel lontano 1932 nel cinquantesimo anno di vita del giornale, parole ancora oggi più che mai vere ed attuali:
“Questo periodico ha toccato un’età che a pochi quotidiani è dato
Emigranti |
raggiungere; l’ha toccata e non ha affatto intenzione di morire perché esso risponde ad un bisogno spirituale degli uomini della Garfagnana lontani dalla loro patria, che desiderano conservare un legame col paese d’origine… Non è celebrazione dunque de “La Garfagnana†ma esaltazione dei nostri coraggiosi uomini di Val di Serchio che portano il buon seme di una intrepida volontà e di una probità esemplare negli angoli più remoti della terra…â€.
Bibliografia:
- Â Dizionario biografico di Alcide Rossi
- “La piramide rovesciata. Lotte politiche e sociali in Garfagnana†di Umberto Sereni
- “Corriere di Garfagnana†n 7 luglio-agosto 2012
Fonte Verde Azzurro