Il presidente Sergio Chiamparino e l’assessore ai Trasporti, Francesco Balocco, hanno voluto precisare ulteriormente le motivazioni della scelta della Regione di dirottare l’utilizzo di parte delle risorse del Fondo di sviluppo e coesione di sua competenza previsti per l’acquisto di 8 treni per la linea 1 della metro di Torino in previsione del suo completamento fino a Cascine Vica.
La delibera Cipe del 3 marzo autorizza la progettazione esecutiva dell’intera tratta di 3,7 km, ma finanzia solamente le due prime stazioni di Certosa e Collegno Centro. Infatti, a fronte di una necessità complessiva di circa 300 milioni di euro ne sono disponibili 123,7. Complessivamente, sulla linea 1 della metro la Regione ha allocato 91 milioni su un totale di circa 360 milioni dei fondi FSC di sua competenza e destinati alle infrastrutture. In questi 91 (oltre ai 33,7 per le fermate Certosa e Collegno Centro) sono compresi quelli per il completamento della metro in direzione Lingotto-Bengasi (28,9 milioni) e per l’acquisto di 4 treni che dovrebbero servire per l’estensione dell’esercizio fino a Bengasi (28,6 milioni).
Dopo la suddetta delibera occorre rispettare i tempi necessari per la progettazione, per bandire la gara per l’aggiudicazione dei lavori e per la realizzazione dell’opera. Realisticamente, per vedere realizzate le prime due fermate già finanziate serviranno almeno 5 anni (uno per completare la progettazione e bandire la gara più quattro per i lavori). Per il completamento fino a Cascine Vica occorrerà prima individuare le risorse necessarie (circa 170 milioni oggi non disponibili) e quindi è presumibile che i tempi siano ancora più dilatati.
Acquistare ora ulteriori 8 treni (il ciclo di programmazione dei fondi FSC 2014-20 implica che l’ordine debba essere effettuato entro novembre 2019), dimensionati per l’esercizio in una tratta non ancora finanziata, significherebbe avere mezzi sottoutilizzati per almeno qualche anno, quindi con alto rischio di obsolescenza prima dell’entrata in esercizio a fronte di tecnologie in continua evoluzione. Peraltro, con i 4 treni nuovi già previsti per l’esercizio fino a Bengasi per andare fino a Collegno non ne servirebbero 8, ma ne basterebbero solo altri due per mantenere l’attuale frequenza intorno ai due minuti.
Chiamparino e Balocco rilevano inoltre che la Regione allo stesso tempo ha  estrema necessità di rinnovare il parco rotabile in una fase di rinegoziazione del contratto per l’esercizio ferroviario regionale e metropolita tramite procedura di affidamento diretto con confronto competitivo. Poter contare su materiale di proprietà regionale significherebbe ottenere condizioni più vantaggiose e soprattutto evitare aumenti tariffari che l’operatore che si aggiudicherà il servizio applicherebbe per compensare l’ammortamento dell’investimento. I treni acquistati con queste risorse sarebbero destinati al Servizio ferroviario metropolitano. Tutto ciò non significa affatto che la Regione abbia rinunciato a finanziare i treni per la linea 1 della metropolitana, ma semplicemente che ne ha posticipato l’investimento sul prossimo ciclo di programmazione degli Fsc, così come già concordato con il Ministero, in modo da ottenere la consegna della fornitura dei treni nel momento in cui questi realmente serviranno.
La mediazione, condivisa anche dai presentatori del “question time†discusso martedi in Consiglio regionale è stata di confermare nell’immediato (oltre ai 4 nuovi treni già previsti per l’estensione fino a Bengasi), l’acquisto di ulteriori 2 treni sufficienti a coprire anche l’estensione fino a Collegno (con una frequenza ogni 2 minuti), con consegna entro il 2021, utilizzando il resto per i treni per il servizio ferroviario.
Presidente e assessore sottolineano poi che la Regione, quale soggetto di programmazione e regolazione, non ha mai inteso e non intende imporre soluzioni unilaterali. Vogliono però ribadire che a loro avviso è la strada migliore da seguire per utilizzare le risorse certe e disponibili nel modo più utile per la comunità piemontese, e, in particolare, per i pendolari dell’area metropolitana torinese.
Infine, senza entrare nel merito della questione, viene spontaneo rilevare come pensa la Città di Torino di finanziare l’esercizio della metro stessa nel momento in cui questa estenderà l’attuale percorso da Bengasi a Collegno (e poi Cascine Vica): serviranno più risorse, che la Città dovrà integrare e che al momento non pare possa garantire.
Fonte: Regione Piemonte
Fonte: ANSA