La legge regionale 19/2006 – Questa legge rappresenta il punto d’arrivo del processo di riforma del settore idrico multisettoriale che ha finalmente affidato la titolarità di tutte le concessioni idriche e delle relative infrastrutture alla Regione Autonoma della Sardegna, ponendo fine alla storica frammentazione di competenze. In altre parole il governo delle risorse idriche è stato posto in capo all’unica entità pubblica – la Regione – che può tutelare un bene comune così prezioso e strategico, e ciò al fine di garantire una gestione unitaria delle risorse secondo criteri di uniformità sostanziale su tutto il territorio isolano. Si è dunque razionalizzato il governo delle risorse idriche sotto il profilo quantitativo e qualitativo, promuovendo: l’uso responsabile e sostenibile della risorsa, in quanto bene pubblico primario e fattore fondamentale di civiltà e di sviluppo, con obiettivi di salvaguardia dei diritti delle future generazioni e dell’integrità del patrimonio ambientale; le azioni necessarie per tutelare le acque destinate prioritariamente al consumo umano e agricolo, a salvaguardia degli ecosistemi interessati; la gestione dei beni del demanio idrico; l’approvvigionamento primario delle risorse idriche per l’uso civile, irriguo ed industriale; l’organizzazione e il funzionamento del servizio idrico multisettoriale regionale per la gestione e la manutenzione delle infrastrutture, degli impianti e delle opere secondo principi industriali e criteri di efficienza, di efficacia e di economicità .
Obiettivi e azioni – Questi principi sono tradotti in obiettivi e azioni operative dall’Autorità di Bacino della Sardegna e vengono via via affidati all’azione quotidiana del braccio operativo dell’Amministrazione Regionale ovvero l’Ente acque della Sardegna. Le regole gestionali tengono conto della grande importanza delle risorse superficiali e dei grandi serbatoi esistenti per il loro utilizzo (in presenza di risorse sotterranee non sufficienti), di una erogazione annua che deve essere pari a circa 1/3 della capacità di accumulo dei serbatoi (per trasferire su più anni le risorse disponibili), delle esigenze di protezione della qualità delle risorse per salvaguardare gli usi potabili, di un sistema di infrastrutture in comune per tutti gli usi dotato di una sempre più elevata ed estesa interconnessione a livello geografico.
Un grande impegno per combattere la siccità – “Grazie all’azione concorde delle istituzioni citate e degli altri attori della filiera – Abbanoa, Consorzi di bonifica, Consorzi industriali – dopo circa un decennio di risorse idriche sufficienti grazie ad un elevato livello di precipitazioni – a partire dal 2014 si sono potuti drasticamente attenuare gli effetti di un ciclo di siccità terribile. Solo attraverso un’azione trasversale e di dialogo, e con un impegno costante e quotidiano, siamo riusciti a garantire erogazioni in linea con gli anni precedenti. Un lavoro che porteremo avanti con grande determinazioneâ€, conclude Sistu.
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Fonte: Regione Sardegna