177 milioni di euro. Queste sono le cifre del gioco d’azzardo e del conseguente disastro sociale che si è compiuto nel Comune di Arezzo nel 2016.
Ad aprile il consigliere Alessandro Caneschi aveva chiesto di approvare un regolamento sul gioco lecito sul modello di quello distribuito in tutta la Regione da Anci Toscana ma ancora i primi giorni di giugno l’assessore Tanti, in risposta all’interrogazione del consigliere Caporali, ribadiva la volontà di “…attendere un regolamento regionale per poi adottarlo. Questo per evitare che si verifichino i rischi incorsi da altri Comuni che hanno agito singolarmente e poi hanno visto i loro regolamenti impugnati al Tar e annullatiâ€.
Ci risulta che il regolamento sul gioco lecito elaborato in bozza da Anci Toscana e già distribuito a partire da marzo e non sia stato impugnato in nessuno dei Comuni dove è stato approvato. Forse l’assessore si riferisce al Comune di Livorno che ha presentato un regolamento scritto di propria iniziativa forzando, con una politica marcatamente proibizionista, l’introduzione di un eccessivo numero di luoghi sensibili e di fatto inibendo le nuove aperture di punti gioco sull’intero territorio comunale. O, forse, fa riferimento alle ordinanze di alcuni sindaci toscani che hanno tentato di regolamentare le fasce orarie di apertura degli esercizi incorrendo nella bocciatura del tribunale amministrativo per mancanza di dati epidemiologici specifici. Si fa forse confusione tra luoghi sensibili, orari, regolamenti, ordinanze.
La volontà manifestata dall’assessore Tanti di sensibilizzare sul tema del gioco d’azzardo patologico attraverso l’invio di una “lettera aperta†ai Cas poteva certamente essere superata attraverso l’approvazione dello stesso regolamento dove, tra i luoghi sensibili, sono appunto annoverati tutti i locali di proprietà comunale e quelli afferenti alle società partecipate.
Assessore, vi siete dannati l’anima per due anni per aggiornare il regolamento delle sagre e delle feste paesane come se questa fosse la priorità per gli aretini, mentre su questa vicenda che pesa in termini economici e sociali sulla nostra comunità , ancora siamo alle solite “letterine”.
Fonte: Comune di Arezzo