All’atto del mio insediamento, quindi oramai due anni fa, sui minori in accoglienza ho trovato una situazione riassumibile con questi numeri: Arezzo ne ospitava in totale 25 di cui 15 erano stranieri e 10 italiani. Il costo medio giornaliero per ciascuno oscillava tra i 77 e i 100 euro mentre quello annuale, sempre riferito al singolo soggetto, tra i 28.000 e 36.500 euro. Di conseguenza, la spesa per gli stranieri stava in una forbice compresa tra i 420.000 e i 547.000 euro.
Non dimentichiamo che le risorse necessarie devono essere, in prima battuta, trovate dal Comune che successivamente ne riacquisisce la metà dallo Stato. In termini di spesa, per il cittadino poco cambia. Roma più Arezzo dà sempre come risultato: soldi pubblici.
Dopo due anni e soprattutto dopo una politica priva di contraddizioni la situazione si è riequilibrata a favore degli italiani. Il valore dell’accoglienza non ne ha risentito visto che sono sempre 22 i minori che ospitiamo. Solo che, di questi 22, gli italiani sono 16 e gli stranieri 6. Quest’ultimi adesso comportano una spesa tra i 168.000 e i 219.000 euro.
Quello che mi preme sottolineare è che l’amministrazione comunale sta raccogliendo i primi risultati del suo coraggio e della sua coerenza: siamo partiti due anni fa lanciando messaggi chiari contro quelle che si configurano come ‘improvvise materializzazioni’ di soggetti minori non accompagnati davanti ai servizi sociali a San Domenico. Abbiamo lanciato messaggi chiari contro un certo ‘mercato sommerso’, rimodulato le risorse anche compiendo scelte come la loro riduzione, svolto indagini serie e puntuali sulle famiglie di origine. E l’ulteriore scommessa sarà quella di proseguire nel rafforzamento dell’istituto dell’affido familiare grazie anche alla task force che sarà costituita alla Casa Diritta in stretta collaborazione con il coordinamento AffidAR retto da Giuliana Aquilanti che dà molti anni stimola Arezzo a una sensibilità particolare che condivido. Insieme, faremo dell’affido familiare la scelta strategica dell’amministrazione secondo il principio che ogni minore ha diritto a una famiglia e che gli istituti, per quanto in città siano un patrimonio importante, rimangono l’ultima spiaggia.
Tutto questo ha dato e darà i suoi frutti: Arezzo può vantarsi ancora di essere una città ospitale nei confronti di chi ha effettivo bisogno ma la sua ospitalità è di tipo perequato. A chi ha necessità offriamo garanzie, a chi viene pensando di fare un Erasmus a spese dei cittadini diciamo: te lo paghi da solo.
Fonte: Comune di Arezzo