LUCCA. Tre minuti. Tanto hanno impiegato i banditi, nella notte tra il 4 e il 5 agosto, per arrivare al distributore di carburanti Conad di via delle Cerbaie ad Altopascio, far esplodere la cassaforte, prendere l’incasso e fuggire. Un’azione che per coordinazione e velocità ricorda quella dei meccanici di Formula Uno in un pit stop. Tempi e modi del blitz sono rimasti impressi nelle registrazioni delle telecamere a circuito chiuso che sorvegliano l’area di servizio. Nei filmati si vedono 4 uomini, incappucciati e vestiti di nero che scendono da un’auto, un’Audi A6 grigia metallizzata (particolare importante). Uno a fare il palo, gli altri impegnati nello scasso.
Un meccanismo quasi perfetto. Quasi, perché – in un gesto che sembra completamente scollegato dal resto dell’azione – uno dei banditi ha provato a sfondare la saracinesca del gabbiotto del distributore, con un piccone, fra l’altro senza riuscirci. Forse pensava che la cassaforte si trovasse all’interno. Invece la stessa era raggiungibile dall’esterno (proprio per consentire i prelievi al personale incaricato). Trovata la cassaforte i banditi l’hanno riempita di acetilene. Quindi hanno incendiato il gas, per provocare un’esplosione e far saltare lo sportello blindato. Un’azione che, dalle riprese e dalle tracce lasciate, dimostra una grande abilità : hanno usato la quantità precisa di gas esplosivo necessaria a far saltare la cassaforte senza danneggiarne il contenuto. Sul posto è stata trovata giusto qualche banconota bruciacchiata.
L’allarme è scattato subito. Nel giro di un quarto d’ora sul posto sono arrivati tutti: i carabinieri, la vigilanza privata, i gestori. Ma non è rimasto altro da fare che prendere atto dell’accaduto, mettersi a caccia di indizi, controllare le riprese e fare un bilancio dei danni. Danni che, come spiegano i titolari, sono soprattutto materiali: per risistemare tutto quello che è andato distrutto serviranno parecchie migliaia di euro. Molto di più di quello che, alla fine, è stato il bottino che i banditi si sono messi in tasca. Una somma comunque sotto ai 10.000 euro come era stato stimato in un primissimo momento. Poi, a conti più precisi, si è arrivati a una cifra parecchio più bassa: un migliaio di euro, spicciolo più, spicciolo meno. Del resto, come spiegano i responsabili, ormai la maggior parte dei clienti che fanno rifornimento non pagano in contanti, ma col bancomat, e la cassa continua viene svuotata almeno due volte al giorno.
Delle indagini si stanno occupando i carabinieri e, a meno di non essere davanti a una coincidenza straordinaria, siamo di fronte alla stessa banda che la notte precedente aveva già colpito altre due volte, a Pistoia e a Prato(vedi articoli sotto). Anche qui quattro banditi, a bordo sempre di un’Audi A6, hanno colpito due esercizi Conad (in quel caso due supermercati). Una scelta non casuale, dettata evidentemente dal fatto che i banditi conoscono bene proprio il tipo di casseforti utilizzate dalla catena. Ma, soprattutto, un altro particolare unisce i tre colpi: sono avvenuti tutti a poca distanza da altrettanti caselli autostradali. A due passi, letteralmente, da quello di Altopascio nel caso della scorsa notte, sul proseguimento del raccordo di Pistoia e in via Roma (strada laterale di via Leonardo, quella che porta al casello di Prato Est), nei colpi di giovedì notte. Insomma, c’è una banda sull’A11, pronta a colpire appena varcato
il casello. Una banda che non ha nemmeno troppa paura visto che ad Altopascio non si è preoccupata di colpire in un self service molto frequentato, anche a tarda ora. E il pensiero corre a ciò che sarebbe potuto succedere se in quei tre minuti qualcuno si fosse fermato a fare benzina.
Fonte: Il Tirreno