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PORCARI Dopo 44 ore incendio spento al calzaturificio – Cronaca

Porcari (LUCCA) –

PORCARI. La nube in cielo, ieri mattina, era scomparsa, restava solo un po’ di fumo attorno allo stabilimento (dove nel frattempo continuava il viavai dei mezzi dei vigili del fuoco) e, avvertibile anche in auto nonostante i finestrini chiusi, il forte odore di plastica bruciata. Le fiamme no, quelle non erano ancora scomparse, ma continuavano ad ardere sotto i mucchi di materiale ormai bruciato. Solo alle 16,30, dopo quasi due giorni da quando si era scatenato, l’incendio del magazzino di calzature Rox in via Romana a Porcari è stato dichiarato finalmente spento. Di lavoro da fare, però, ne resta ancora parecchio, visto che ora si tratterà di bonificare l’area.

Resta, invece, la preoccupazione per le conseguenze di quel rogo, rappresentate dalle polveri portate dal fumo che si è levato dal luogo dell’incendio. Un fumo composto, tra le altre cose, dai filamenti di amianto che si sono levati dal tetto in eternit del magazzino, distrutto dal fuoco. Preoccupazione in parte ridimensionato dai primi rilievi svolti dall’Agenzia regionale per l’ambiente. L’Arpat, che pure nella sua relazione non conferma ancora la presenza di amianto («È stato prelevato un frammento della copertura per effettuare le opportune verifiche sulla eventuale presenza di fibre di amianto»), nel frattempo dimostrata dalle analisi fatte fare per conto proprio dal Comune e dalle dichiarazioni della stessa proprietà (nell’articolo sotto), ha calcolato l’area maggiormente interessata dalla ricaduta di materiale, un’area che si concentra soprattutto attorno all’azienda, anche se è – lo precisa la stessa agenzia – un modello da prendere come il “vangelo”: «Il settore modellistica previsionale di Arpat si è attivato per individuare le aree maggiormente interessate dalla possibile ricaduta delle sostanze rilasciate in atmosfera. A tal fine sono stati acquisti i dati meteo disponibili per la zona. L’area individuata è da assumersi come un’indicazione di massima, da verificare con altri eventuali elementi emersi dai sopralluoghi condotti nella zona e dalle informazioni raccolte dai Vigili del fuoco: è comunque improntata a criteri “cautelativi” al fine di non escludere anche aree che, in realtà, potrebbero essere state interessate in misura marginale dagli effetti dell’evento».

Sulla base di questo rapporto i Comuni della piana confinanti con Porcari hanno ritirato le varie ordinanze emesse venerdì mattina (mentre nel Comune della Torretta i provvedimenti al momento restano in vigore). E se le attività all’aperto possono riprendere, dai sindaci arriva comunque l’invito a osservare comportamenti all’insegna della prudenza (lavare accuratamente frutta, verdura e ortaggi prima del consumo e a pulire con acqua corrente davanzali e terrazzi), questo perché se il pericolo non è più

nell’aria, non è invece escluso che sia a terra, sotto forma di polveri. Quelle stesse polveri che, seppur in misura minore rispetto all’epicentro secondo il modello Arpat, sono ricadute un po’ ovunque nella Piana.

Luigi Spinosi

Altro servizio a pagina 17

Fonte: Il Tirreno