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[ALTOPASCIO] Spaccio in Padule: sei condanne

ALTOPASCIO. Uscivano dal folto della boscaglia all’imbrunire. Armati di machete per difendersi da eventuali concorrenti o per intimorire i clienti che facevano troppe storie. Sempre pronti, comunque, a sparire tra il fitto degli alberi nel caso dell’improvviso arrivo delle forze dell’ordine. Una via di fuga ottimale, tale da rendere praticamente impossibile qualsiasi tentativo di inseguimento. Proprio per questo, d’altra parte, avevano scelto quei boschi tra Cerbaia, Castelletto e Puntoni (a cavallo fra i comuni di Larciano e Lamporecchio), per spacciare cocaina e marijuana, ai margini di una strada asfaltata ma raggiungibile solo a piedi. Tutte precauzioni che però non erano state sufficienti a tenere lontani gli investigatori della Squadra mobile di Pistoia e le loro telecamere spia.

All’alba del 25 gennaio 2017 a finire in manette erano stati in sei, con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti, al termine dell’operazione “White wood”, “Foresta bianca” (bianca come la cocaina).

Tutti, l’altra mattina, davanti al gup del tribunale di Pistoia, sono stati processati e condannati. Pesanti le pene.

Tre fratelli marocchini, residenti a Fucecchio, hanno scelto il rito abbreviato: Redouane Jarmoune, 26 anni, è stato condannato a 8 anni di reclusione e 40.000 euro di multa, nonché all’espulsione dall’Italia una volta espiata la pena; Rachid Jarmoune, 24 anni, a 6 anni e 4 mesi e 20.000 euro di multa; stessa pena per Mohamed Jarmoune, 21 anni, che però dovrà scontrare ulteriori 6 mesi per il porto illegale di due machete.

Hanno invece deciso di patteggiare la pena i tre albanesi accusati di essere i fornitori degli spacciatori marocchini: Altin Sheta, 44 anni, e Arjan Edja, 41, entrambi residenti a Lucca, hanno patteggiato 5 anni di reclusione e 18.000 euro di multa; Erdi Shtylla, 29 anni, residente a Casalguidi nel Pistoiese (nei cui confronti l’imputazione è stata riqualificata in quella meno grave di spaccio di lieve entità), ha patteggiato invece 3 anni e 1.600 euro di multa.

Un’indagine, quella della Squadra mobile di Pistoia, nata in seguito alle segnalazioni di alcuni residenti della zona. Una zona “difficile”, ai margini del Padule di Fucecchio, al confine fra quattro province, piena di luoghi isolati e ricchi di boschi, dove è facile spacciare senza eccessivi rischi. Per questo gli investigatori avevano piazzato delle telecamere spia nascoste nel bosco, per riprendere le fasi dello spaccio, e che avevano immortalato anche i machete con si presentava all’appuntamento

con i clienti uno dei fratelli marocchini. Cinque mesi di indagini nel corso dei quali erano stati arrestati in flagranza di reato altri due albanesi e sequestrati 200 grammi di cocaina. Prima che il 25 gennaio dello scorso anno scattassero le misure cautelari.(m.d.)

Fonte: Il Tirreno