LUCCA
Tentato omicidio. È l’ipotesi accusatoria della procura di Lucca nei confronti di Nikholas Berardi, 22 anni, di Pieve a Nievole, arrestato ad Altopascio dopo aver preso a pugni il padre del titolare dell’autonoleggio “Rossi Rent†a Santa Croce sull’Arno.
Dagli atti inviati al sostituto procuratore Enrico Corucci, la violenza con cui ha agito il giovane, tra l’altro appassionato di boxe, sarebbe stata tale da indurre il magistrato a ipotizzare il tentato omicidio anziché le lesioni gravissime. Il discrimine è evidenziato dalla corporatura robusta e dalla giovane età del reo, sicuramente più imponente rispetto alla vittima – il settantaduenne Antonio Rossi, ricoverato in ospedale in gravissime condizioni a Careggi, in pericolo di vita e a rischio paralisi – dalle sue conoscenze di tecniche pugilistiche che lo avrebbero dovuto rendere consapevole della propria forza e delle conseguenze di un suo pugno diretto al volto di un pensionato. La violenza, la tecnica e l’energia impressa, per il magistrato, erano in grado concretamente di ridurre in fin di vita una persona al di là della caduta sul pavimento dell’anziano che ha battuto la testa contro lo spigolo di un bancone.
Nei confronti di Berardi il magistrato ha chiesto la custodia cautelare in carcere in relazione alla personalità del giovane, finito già in passato al centro delle cronache per un incendio doloso legato ad un episodio di violenza privata, e quindi capace di reiterare condotte dello stesso genere. Adesso la palla passa al giudice delle indagini preliminari Antonia Aracri che stamani sottoporrà il ventiduenne all’interrogatorio di garanzia decidendo, al termine, se confermare la custodia cautelare in carcere o attenuare la misura concedendo i domiciliari o l’obbligo di firma o di dimora. Ed, elemento ancor più importante, se seguire la linea della magistratura requirente e quindi confermare l’ipotesi del tentato omicidio oppure discostarsi dalle valutazioni dell’accusa e optare per le lesioni gravissime e irreversibili.
Intanto Filippo Rossi, titolare dell’autonoleggio e figlio dell’anziano ricoverato in gravi condizioni, racconta cosa è successo l’altra mattina: «Il primo pugno ha colpito mio padre all’improvviso, senza che lui avesse la possibilità di schivarlo o di rendersi conto di quello che succedeva». Berardi è arrivato nell’autonoleggio insieme al padre che ha assistito all’aggressione, ma non avrebbe cercato in alcun modo, stando ai testimoni, di fermare il figlio quando ha perso il controllo di se stesso. Nei giorni precedenti il giovane aveva preso a noleggio una Fiat Panda che non intendeva restituire l’altra mattina. A Berardi è stato quindi spiegato che tutte le vetture
erano prenotate e che non avrebbe potuto tenere ancora l’utilitaria. Ma il giovane non voleva sentire ragioni e ha sferrato un violento pugno al padre del titolare dell’autonoleggio che ora è in fin di vita. —
SABRINA CHIELLINI
LUCA TRONCHETTI
Fonte: Il Tirreno