Porcari (LUCCA) –
PORCARI
Snaitech, la Fiom Cgil fa causa all’azienda per attività anti sindacale in merita alla volontà da parte della proprietà di trasferire tutti i dipendenti in organico (oltre 300) al contratto nazionale del commercio. Il coordinamento nazionale del sindacato dei metalcannici ha deciso di intraprendere un’azione legale presso il tribunale di Lucca.
«Un’azione legale per vederci riconosciuto il diritto all’applicazione del contratto nazionale metalmeccanico, quella in atto è una grave lesione del diritto sindacale» afferma il segretario regionale Fiom Massimo Braccini, nel ruolo, in questo caso, di coordinatore nazionale Fiom del gruppo Snaitech.
Un braccio di ferro che si trascina da mesi. Tra i punti di rottura il tentativo della proprietà di trasferire tutti i dipendenti (230 nella sede di Porcari) dal metalmeccanico al terziario. Oltre all’assenza di un piano industriale a fronte del passaggio societario a Playtech.
«I contratti collettivi aziendali – ribadisce Braccini – sono efficaci ed esigibili per tutti i lavoratori se approvati dalla maggioranza dei componenti della Rsu (rappresentenza sindacali unitarie ndr). Le Rsu di Porcari e Roma non hanno partecipato a nessun incontro, né tantomeno hanno firmato nessun accordo. I sindacati del settore commercio non possono firmare accordi per il settore metalmeccanico. Ci appare quindi fuori luogo tutta questa esaltazione di sindacati non rappresentativi che a nostro avviso ha provocato una lesione dei diritti sindacali e di conseguenza contro i lavoratori. La possiamo solo comprendere da parte dell’azienda».
Lunedì sarà deposita aperta la vertenza al tribunale di Lucca. «Abbiamo il dovere di fare rispettare le regole ed i diritti, il contratto nazionale dei metalmeccanici non lo può disapplicare nessuno. La cosa grave invece è che l’azienda ha iniziato a chiamare i singoli lavoratori per comunicargli che li passaggio a un altro contratto nazionale e per convincerli a fargli firmare personalmente un passaggio contrattuale». Una frattura con le Rsa del commercio e i sindacati (Fim e Uiltucs) che lo scorso 14 ottobre hanno siglato un’ipotesi di accordo con l’azienda, approvata da 168 lavoratori, oltre il 50 per cento dei dipendenti della Snaitech. «L’ accordo aziendale che garantisce le famose migliaia di euro, firmato da sindacati minoritari, risulta una affermazione proprio senza fondamento, i premi di questa natura non sono salario garantito, ma aleatorio, legati a dei risultati che devono essere raggiunti – puntualizza Braccini – in un’azienda che ha cambiato proprietà e che non ha presentato nessun piano industriale a quali risultati si lega il premio è tutto da capire. Se un accordo sindacale e il referendum davano garanzie per applicare un accordo non ci sarebbe stato bisogno di fare firmare i lavoratori. A Roma e a Milano peraltro non c’è stato nessun referendum nei metalmeccanici, eppure l’accordo dovrebbe valere anche per loro. Questo passaggio “contrattuale†è solo funzionale all’azienda». Insomma, la vertenza
non è conclusa. Il segretario della Fiom solleva perplessità sul futuro dopo il passaggio di proprietà al colosso inglese Playtech. «È stato spostato il baricentro a Londra, come prevedibile, e il rischio è che smontino l’azienda a pezzi, altro che contratto». —
N.N.
Fonte: Il Tirreno