Porcari (LUCCA) –
PORCARI. In quello stabilimento, nel territorio di Pistoia, si era vissuta una delle pagine più drammatiche sul fronte occupazionale, la chiusura dello stabilimento Radicifil. Chiusura che, ironia (amarissima) della sorte, avvenne nel 2009 in un giorno altamente significatovo, il Primo Maggio, festa del lavoro. Quel giorno in 137 rimasero a casa.
Da allora buona parte di quell’area industriale è rimasta vuota. Almeno fino a ora. Da marzo, infatti, si sposterà qua, proveniente da Porcari, la OriOra. Qui, in località Ponte alla Pergola, si trasferirà la produzione della bevanda a base di canna da zucchero (da questa stagione main sponsor della squadra di basket pistoiese che milita in serie A). L’anno successivo sarà il turno dell’azienda metalmeccanica Maxitalia Service (che detiene il 50% delle quote di Fredianelli&Co, produttrice di OriOra) che sposterà la produzione e i 76 dipendenti da Calenzano all’area ex Radicifil. «Il tempo – spiega David Luchetti, legale rappresentante di Maxitalia Service – di completare i lavori di ristrutturazione».
Nella conferenza stampa di presentazione del nuovo marchio, a settembre, i dirigenti di Maxitalia e Fredianelli annunciarono il trasferimento a Pistoia della produzione della bevanda con l’elefantino (il marchio sulle bottiglie ndr). E i tempi sono già maturi: «Il 18 dicembre – annuncia Luchetti – firmeremo il contratto d’acquisto dello stabilimento di Ponte alla Pergola con il Gruppo Radici. Il capannone riservato ad OriOra sarà pronto a marzo, quando trasferiremo la produzione da Porcari».
Qui saranno previste una decina di assunzioni («La creazione della rete commerciale è in corso da pochi mesi»). Il trasferimento non pare destinato a incidere in modo particolare sul tessuto occupazionale del territorio porcarese, visto che attualmente non vi sono dipendenti fissi nello stabilimento della Piana (contrariamente a quanto avverrà , stando alle dichiarazioni, nella nuova sede pistoiese). Ad oggi, infatti, la produzione della bevanda con l’elefantino è limitata a sette persone, che lavorano a chiamata per una settimana al mese. L’intenzione è appunto quella di entrare a pieno regime – grazie anche al richiamo acquisito nelle ultime settimane con la sponsorizzazione di una squadra di basket di serie A – la prossima primavera.
Come mai proprio l’area ex Radicifil? «Per portare in un unico luogo
– afferma Luchetti – entrambe le produzioni. Pistoia è baricentrica rispetto a Porcari e Calenzano, e l’area a disposizione passa da 7mila a 12mila metri quadrati. E poi – sorride – io sono pistoiese, e non avevo più voglia di fare tutti quei chilometri tutti i giorni». —
Fonte: Il Tirreno