CAPANNORI – Un milione di euro. È la cifra che l’amministrazione Menesini quest’anno ha recuperato in seguito all’attività di accertamento dell’Imposta Municipale Propria (Imu). Un’ operazione svolta dagli uffici comunali che ha permesso di individuare cittadini che non avevano versato il tributo oppure che lo avevano fatto con cifre minori rispetto a quanto dovuto.
L’attività di contrasto all’evasione fiscale quest’anno si è anche concentrata sull’individuazione del sommerso, con controlli mirati a scovare situazioni non dichiarate, come piscine, case divenute signorili ed edifici fantasma. Questo è stato possibile grazie a uno specifico progetto, Jalapeno, finanziato al 100% dalla Regione Toscana, di cui Capannori fa parte assieme ai Comuni di Lucca (capofila) e Porcari. In totale sono stati individuati 41 casi che sono stati segnalati all’Agenzia delle Entrate territoriale per il recupero della parte catastale. Ventuno di queste posizioni sono già state accatastate producendo un’iscrizione a ruolo che ha prodotto, e che produrrà anche in futuro, un maggiore incasso dell’Imu per il Comune. Anche per i rimanenti 20 casi è atteso un risultato positivo; ci sono da attendere i tempi tecnici relativi alle procedure del catasto.
“Quest’anno abbiamo condotto un’attività di contrasto all’evasione fiscale particolarmente significativa – commenta l’assessore al bilancio, Ilaria Carmassi -. I risultati per le casse comunali sono tangibili perché siamo riusciti a recuperare un milione di euro di Imu non versata. Pagare le tasse non solo è un dovere, ma è anche una questione di rispetto nei confronti di tutti coloro che, a prescindere dalla loro condizione economica, lo fanno. Se l’amministrazione comunale può offrire servizi ai cittadini e può compiere investimenti in opere pubbliche come strade, scuole e servizi essenziali è anche grazie al gettito dei tributi. Non si può quindi pensare di vivere sulle spalle degli altri; è una questione di giustizia sociale. Ringrazio gli uffici comunali per l’importante lavoro svolto e per la professionalità dimostrataâ€.
Il progetto Jalapeno ha visto l’incrocio dei dati di varie banche dati (comunale, regionale, erariale, utenze) per individuare liste di possibili casi anomali su cui indagare. In questo modo sono state individuate situazioni tributarie rilevanti, ignote all’Ente o all’Erario oppure sono stati individuati disallineamenti fra base imponibile dichiarata ed effettiva.
Fonte: Lo Schermo