
Lucca, 12 marzo 2025 – Ieri mattina si è svolta la prima udienza del processo relativa alla denuncia depositata dal segretario nazionale di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo, contro il consigliere comunale di Porcari, Massimo Della Nina. Acerbo ha intrapreso questa misura a seguito di spiacevoli affermazioni rilasciate dal consigliere e pubblicate sul suo profilo Facebook nel luglio 2021, successivamente alla morte di Youns El Boussetaoui, un giovane ufficiale assassinato a Voghera da un funzionario locale. Le pronunce del consigliere, di tono duro e veemente, sono state rapidamente condivise online, provocando l’ira e l’indignazione sia dei funzionari locali sia dell’opinione pubblica.
“Ho illustrato le ragioni della denuncia che ha dato avvio al procedimento”, ha affermato Acerbo, incontrando i giornalisti sotto il porticato di Palazzo Pretorio. “Mi aspetto una condanna perché non è tollerabile che in una nazione civile e democratica come l’Italia si possano concepire e scrivere parole come quelle di Della Nina, aggravate dal suo ruolo instituzionale”.
“Definire qualcuno brutalmente assassinato come ‘scarto umano’ non è ammissibile”, prosegue Acerbo. “È un comportamento che negli anni ’30/’40 del XX secolo ha portato ad Auschwitz. Mi sono sentito obbligato a depositare questa denuncia perché non si può tollerare l’intollerabile. Sono sollevato che l’artefice della morte del giovane sia stato accusato di omicidio volontario e dovrà quindi rispondere di questo grave reato”.
“Resta il disappunto per la mancanza di una netta condanna dell’omicidio da parte dei rappresentanti nazionali della Lega”, continua il segretario di Rifondazione. “Se prevale l’idea che un funzionario possa andare in giro liberamente in cerca di persone da eliminare, credo che il prossimo passo sia la Germania di Hitler”.
“Desidero precisare che ho depositato la denuncia come un comune cittadino, non come segretario di Rifondazione. Le parole del consigliere, per le quali non ha mai manifestato rimpianto, costituiscono un reato e come tale deve essere sanzionato. Da parte mia non c’è alcun intento di persecuzione politica, non conosco neanche il consigliere. Sono incappato nelle sue parole, che giudico estremamente gravi, e ho ritenuto mio dovere denunciarle. Ho fiducia in una sentenza del tribunale e trovo grave che non siano state prese posizioni forti contro quest’uomo”.
Ieri mattina in tribunale erano anche presenti gli avvocati dei genitori del defunto, che si sono costituiti parte civile. Il processo proseguirà a novembre, occasione in cui sarà anche ascoltato l’imputato.
2025-03-13 05:37:00