LUCCA. Quando si parla dei conti pubblici – e di quelli dei comuni – c’è sempre un convitato di pietra: l’evasione fiscale. Un fantasma ingombrante ma che è difficile quantificare. Ci ha provato – a livello appunto di enti locali – la ricerca del centro studi Ermes condotta sui bilanci consuntivi del 2015 per le municipalità con più di 5.000 abitanti, e considerando i tributi locali. La chiave è individuare la differenza fra quanto accertato (cioè l’ammontare delle imposte) e quanto effettivamente riscosso e messo a bilancio.
Contribuenti infedeli. Il risultato di questa analisi è che nei nove comuni più grandi della Lucchesia l’evasione ammonta a poco più di 20 milioni di euro su un totale di imposte accertate di 112 milioni. In percentuale, i Comuni non riescono a incassare il 17,8% di quello che dovrebbero.
Ma la percentuale complessiva non dice tutto. Perché “si avvantaggia†del fatto che nel capoluogo, dove i numeri sono ovviamente più alti, anche la percentuale di riscossione sia al top, con l’86.65%. Come spiega la tabella pubblicata sopra, in molti Comuni più piccoli questa percentuale scende sotto l’80% e, di conseguenza, sale quella dell’evasione. Che arriva a sfiorare il 70% a Borgo a Mozzano e comunque a superare il 25% anche a Barga.
Non si tratta però di casi isolati in Italia. Anzi. Secondo quanto riportato nel rapporto di Ermes, infatti, la percentuale nazionale di fedeltà fiscale è del 75,6%: in questa prospettiva, dunque, la Lucchesia si comporta assai bene.
Cosa c’è nel paniere. Certo, i milioni di euro che se ne vanno in mancate riscossioni (o in evasione, se la vediamo dall’altra parte della barricata) incidono comunque sui bilanci comunali. Perché nelle voci comprese nel “paniere†di Ermes ci sono le architravi sulle quali si sostengono i conti degli enti locali. Le tasse sulla casa, innanzitutto. E poi il suolo pubblico, e l’imposta sui rifiuti (eccezion fatta, come vedremo fra poco, per Capannori). Senza dimenticare l’addizionale comunale all’Irpef.
La classifica delle tasse. Lo studio di Ermes consente anche un altro tipo di analisi: quanto incidono, pro capite, le imposte locali nei vari comuni.
Da questo punto di vista, come si può vedere sempre nella tabella in alto, sul podio della classifica ci sono tre comuni della Valle del Serchio: in ordine decrescente, si tratta di Castelnuovo Garfagnana, Bagni di Lucca e Borgo a Mozzano. Un risultato che si può spiegare (anche) con la notevole presenza di seconde case o, comunque, di immobili che non sono considerate prime abitazioni: per queste, come ben sappiamo, l’Imu incide in maniera consistente.
All’altra estremità della graduatoria troviamo Capannori, con soli 378,94 euro. Ma, in questo caso, è necessario tenere in considerazione che non fa parte del conto la Tia. Capannori, infatti, adotta il calcolo puntuale della tariffa dei rifiuti e ciò significa che questi soldi non transitano dal bilancio comunale. In ogni caso, il piano finanziario
di Ascit per il 2015 prevedeva un costo di 8.300.000 euro su Capannori. Questa cifra, divisa per il numero degli abitanti, fa circa 180 euro a testa. Che sommati ai 378 delle altre imposte porta a 558 euro. Meno, comunque, di tutti gli altri comuni lucchesi (tranne Altopascio).
Fonte: Il Tirreno