
“Per combattere la discriminazione, realizziamo il bilancio di genere”. Questa è la proposta lanciata da Capannori Popolare in occasione dell’8 marzo.
“La politica, come sempre, affronta la discriminazione di genere solo quando è troppo tardi– spiegano -. Ci si dispera di fronte all’ennesimo femminicidio o ai casi di violenza, si organizzano iniziative che celebrano l’identità femminile, ma non si investe seriamente nella lotta alla discriminazione. Capannori Popolare si impegna a trattare ogni tema programmatico da un punto di vista di genere. Parlare di mobilità, servizi e occupazione in una prospettiva di genere significa tenere in considerazione le condizioni e le difficoltà vissute dalle donne nel muoversi liberamente sul territorio, nel gestire il lavoro di cura, rispetto alle loro aspettative ed esigenze di indipendenza economica. Significa contrastare le condizioni socioeconomiche oggettive che favoriscono la violenza di genere. Per questo, proponiamo di istituire– e di implementare seriamente, come raramente accade dove già esiste– il bilancio di genere. Si tratta di uno strumento indispensabile per fornire un quadro chiaro della condizione delle donne a Capannori, della loro posizione nel territorio, della loro situazione lavorativa, e della realtà di marginalità e di eventuali dipendenze economiche (condizione che rende quasi impossibile sfuggire da situazioni di violenza domestica)”.
“Inoltre, il bilancio di genere aiuta a riconoscere e valutare gli effetti potenzialmente discriminatori delle politiche amministrative – continuano -. Tuttavia, a quest’analisi devono seguire delle azioni concrete. Troppe volte anche il bilancio di genere si limita a rendere conto della parità di genere all’interno degli organi amministrativi o delle iniziative di contrasto alla violenza, diventando così un altro accessorio rosa pallido per nascondere un sostanziale disinteresse dell’amministrazione pubblica. Questo strumento è utile solo se accompagnato dalla volontà politica di prendere impegni economici e finanziari finalizzati alla valorizzazione e all’aumento dei servizi, riguardanti la cura, il trasporto pubblico locale, i servizi educativi che permettano alle donne di liberare tempo e spazio, nonché interventi specifici di educazione di genere per giovani e adulti e supporto mirato ai percorsi di uscita dalla violenza. La violenza non si ferma con le iniziative femminili, ma con la piena attuazione dei diritti delle donne“.
2024-03-08 14:53:54