1618 aziende, 1.4947 dipendenti, valore della produzione pari a 4,37 miliardi di euro. Questi sono i numeri che rappresentano l’industria metalmeccanica di Lucca, Pistoia e Prato. A queste cifre si aggiungono quelle dell’industria nautica, che in molti aspetti è comparabile all’industria meccanica generale e segue logiche analoghe.
Non sorprende quindi che il settore, all’interno di Confindustria Toscana Nord, rappresenti il secondo comparto per numero di membri; oltre ai due gruppi che rispecchiano le specifiche vocazioni territoriali (le aziende di meccanica per la carta a Lucca e di meccanotessile a Prato), nella sezione si ritrovano realtà molto diverse tra loro: dall’industria ferroviaria con il suo centro nevralgico a Pistoia, alla metallurgia per la lavorazione del rame e il trattamento di parti metalliche, a quelle che operano nel settore petrolio e gas, produzione di macchine per l’industria e l’imballaggio, serramenti per la casa, motori autofrenanti; tutte con il comune denominatore di rappresentare l’eccellenza nel proprio settore.
Opportunità di incontro e discussione, la prima assemblea che si è svolta oggi (14 ottobre) e che ha segnato l’inizio del mandato alla guida della sezione di Vincenzo Renzo, in carica dopo le elezioni di aprile; al tavolo con lui, come ospite d’onore, il direttore di Federmeccanica Stefano Franchi.
“La produzione industriale della metalmeccanica a Lucca, Pistoia e Prato – commenta Vincenzo Renzo – non è stata immune dal lento trend nazionale e, a parte l’eccezione del settore dei trasporti (ferroviario e nautico), il settore mostra una stagnazione, secondo i recenti dati del centro studi Confindustria Toscana Nord. Tuttavia, oggi, tra molti colleghi, ho avvertito la tenace intenzione di continuare ad intraprendere, secondo una serie di principi che ci uniscono e che sono propri del nostro sistema confindustriale e di Federmeccanica: attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale, ricerca, innovazione, valorizzazione delle nostre risorse aziendali e formazione di nuovi addetti, welfare aziendale. Il tutto nell’ottica della competitività e consapevoli che presto dovremo affrontare sfide sempre più urgenti, in un contesto internazionale probabilmente diverso da quello a cui siamo abituati e che non è indifferente per aziende come le nostre, che operano in ogni parte del mondo; mi vengono in mente, ma non sono gli unici, il grande problema della denatalità e dei profili professionali emergenti. Non potremo evitare queste sfide e dovremo rispondere in modo coeso e collettivo. Anche per questo, oggi, consideriamo prezioso l’incontro con il direttore di Federmeccanica”.
2024-10-14 15:20:00