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Lucca, il peggiore capoluogo toscano per PM10 nel rapporto di Legambiente ‘Mal’aria di città 2025’

Lucca è la capitale provinciale con la più alta concentrazione di Pm10 nel Toscana. Questa preoccupante statistica è stata rivelata da uno studio sulla presenza di particolato fine, biossido di azoto e ozono, presentato da Legambiente, Mal’aria di città 2025. La situazione a Capannori con 50 superamenti giornalieri del limite indicato (di 50 μg/m3) è critica. Tuttavia, in media c’è un certo miglioramento, particolarmente per quanto riguarda il biossido di azoto.

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Oggi il rapporto Mal’aria città 2025 è stato presentato presso la Liberi Liberi a Firenze, con la presenza di: Fausto Ferruzza, presidente Legambiente Toscana, Andrea Minutolo, responsabile scientifico Legambiente, Pietro Rubellini, direttore generale di Arpat, Marcello Mossa Verre, Direttore Tecnico Arpat.

“Quest’anno si evidenzia un quadro di miglioramento lento e costante dell’inquinamento da biossido di azoto (l’indicatore più strettamente correlato al traffico automobilistico), con il significativo risultato raggiunto dalla centralina fiorentina di Viale Gramsci, dove per la prima volta in molti anni si è scesi sotto il limite psicologico dei 40 μg/m3 (37) nella media annuale – dichiara Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana -. C’è anche un lieve peggioramento in quasi tutte le aree regionali sul particolato fine (Pm10 e Pm2,5), segno evidente che c’è un limite critico endogeno per questo inquinante che attualmente sembra difficile da superare. Infine, registriamo un lieve miglioramento sui dati dell’ozono, sebbene la situazione in questo caso sia più diffusa sul territorio regionale, con preoccupazioni sui dati della pianura pistoiese e lucchese, sulle colline fiorentine e in provincia di Grosseto”.

Il rapporto Mal’aria 2025 ha analizzato la presenza di particolato fine (Pm10- Pm 2.5), di biossido di azoto (No₂) e dell’ozono (O3) utilizzando i dati raccolti da 27 centraline situate in tutte le province toscane. Per quanto riguarda il particolato fine, la Toscana e la sua capitale Firenze, non presentano dati che indicano violazioni emergenziali, sebbene rimanga da indagare e approfondire il “rimbalzo” dei valori delle medie mobili triennali del Pm10 nelle centraline di Fi-Gramsci, Fi-Mosse e Fi-Bassi, che segnano rispettivamente +20% +28%, +17% rispetto ai valori delle relative medie mobili triennali 2019-2021. Invece, riguardo alla presenza di No₂, nonostante un miglioramento regionale, Firenze e Siena restano alte nella classifica nazionale delle città più inquinate con 26 e 27 microgrammi per metro cubo, dati che le posizionano dopo le grandi città del nord del paese. Infine, riguardo all’ozono, nonostante il miglioramento complessivo, l’area di Firenze e di Lucca rimane un’area di attenzione.

“Le conseguenze dell’inquinamento atmosferico non riguardano solo l’ambiente, ma hanno un impatto sulla salute pubblica e l’economia – spiega Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente – Considerando gli standard dell’OMS, che suggeriscono limiti molto più stretti rispetto agli attuali limiti di legge e che rappresentano il vero obiettivo per proteggere la salute delle persone, la situazione sembra ancora più critica: il 97% delle città monitorate supera i limiti dell’OMS per le PM10 e il 95% per il No₂. Infatti, l’inquinamento atmosferico è la principale causa ambientale di morte prematura in Europa, con circa 50.000 decessi correlati solo in Italia

Mal'aria di città 2025 Lucca e Toscana

Per quanto riguarda Lucca, i dati del rapporto di Lagambiente indicano una media annuale del 2024 per il Pm10 di 26 μg/m3, con una concentrazione di riduzione necessaria di -22% per raggiungere gli obiettivi che entreranno in vigore nel 2030. Menos preocupante, invece, la concentrazione di biossido di azoto, con una media di 18 µg/m³.

Città 2030, come cambia la mobilità. Questa è la nuova campagna itinerante di Legambiente che promuove una mobilità sostenibile e zero emissioni per costruire città più vivibili e sicure. L’iniziativa esamina il percorso che i principali capoluoghi italiani stanno percorrendo per essere pronti per le scadenze del 2030, come la nuova direttiva sulla qualità dell’aria, la riduzione delle emissioni, come previsto dal Fit for 55, e la riduzione del numero di vittime della strada. Città 2030 organizza azioni di advocacy e mobilitazione territoriale, mirate a trasformare lo spazio urbano, creare zone a basse emissioni, costruire nuove infrastrutture ciclabili e l’elettrificazione di tutti i veicoli. Queste sono azioni cruciali per il miglioramento radicale della qualità dell’aria nelle città italiane. Il nostro paese detiene ancora il record per il maggior numero di morti premature legate all’inquinamento atmosferico, senza considerare le numerose procedure d’infrazione comminate all’Italia a causa della mancanza di politiche di bonifica dell’aria.

L’itinerario 2025. Dopo la tappa toscana, la campagna Città 2030 continuerà a Modena (22 febbraio), Bologna (24 febbraio), Torino (27 febbraio), Padova (28 febbraio – 1 marzo), Perugia (28 febbraio, 1 e 2 marzo), Pescara (5 marzo), Trieste (12 marzo), Napoli (7 marzo), Messina (7-8 marzo), Olbia (7-8 marzo), Avellino (10 marzo), Reggio Calabria (13 marzo), Brindisi (14 marzo) e si concluderà a Roma (17-18 marzo). L’itinerario include anche due tappe spin-off a Cassino e a Pomigliano d’Arco, dedicate specificamente alla crisi del settore automobilistico.

La storia della campagna e la petizione. È possibile seguire tutte le tappe di Città 2030 sulle pagine Facebook, Instagram Legambiente Lab. Legambiente lancia anche quest’anno la petizione online Ci siamo rotti i polmoni. No allo smog! con la quale chiede al Governo risposte urgenti nella lotta allo smog, a partire dagli interventi sulla mobilità e sull’uso dello spazio pubblico e della strada. Puoi firmare la petizione a questo indirizzo.

2025-02-13 15:33:00