Calo del dieci per cento degli infortuni sul lavoro a Lucca e nella Piana nel 2009 rispetto all’anno precedente: 2723 rispetto a 3012. Questo in generale, ma vi sono ancoro sacche di difficoltà . Ancora non ci sono i dati definitivi (forniti dall’azienda Asl) del 2010. Un trend confermato per l’ultimo biennio. C’è però da verificare quanto questa diminuzione possa essere legata ad alcuni parametri: minore occupazione durante la crisi, rilevazione globale basata sui certificati del pronto soccorso e sulle denunce di infortunio trasmesse dall’Inail non esaustiva in quanto tali fonti non consentono di conoscere tutti gli infortuni del territorio di competenza dell’Asl 2. Analizzando comunque i numeri a disposizione, si evince che si sta riducendo la forbice del tasso standardizzato (quoziente tra infortuni e numero di addetti e tipologia produttiva e merceologica). Per gli incidenti gravi(mortali o con danni permanenti) la fotografia lucchese tende a manifestarsi migliore rispetto al resto della Toscana. Il comparto con maggiori esiti fatali, fino al 2005 era l’edilizia, con le classiche cadute dall’altro dei cantieri. Nel 2006, però, ad esempio il primato è sorprendentemente passato alla selvicoltura e all’agricoltura. Dal 2002 non si verificano morti per ribaltamenti di carrelli nelle aziende, segnale che i frutti della specifica campagna di prevenzione si sono visti. Dall’esame delle modalità di accadimento nel 2008 la caduta dall’alto, come detto, in edilizia ed in altri settori è causa di infortuni mortali o gravi. Fino agli anni Novanta molti sinistri si verificavano nelle cartiere, con incastro tra i rulli. Molto è stato fatto sulla sicurezza dei macchinari e l’ultimo infortunio mortale di questo genere risale al 2000, anche se i traumi per investimento da carrello elevatore proseguono. Vediamo alcuni settori di riferimento per l’economia della Piana. In agricoltura gli infortuni sono passati da 180 del2008 a190 del 2009. Nel cartario invece da 271 si è passati a 215, con un decremento quindi, stabile il comparto edile, 216 nel 2008 e 219 l’anno seguente. Lino Giovannelli della Cgil commenta: “I numeri aridi dicono del calo, siamo soddisfatti che la prevenzione cominci a funzionare anche se vi sono statistiche che non compaiono, come il lavoro nero, il sommerso dove per paura spesso i lavoratori non denunciano, magari quelli stagionali e in piccole ditte. Inoltre serve maggiore tutela delle malattie professionali che sono più subdole, si manifestano dopo anniâ€.