LUCCA – Prima la crisi, poi un lento, ma costante recupero. E così nel 2016 l’agricoltura toscana ha recuperato in buona parte il terreno perduto. E’ ciò che emerge dalla fotografia di insieme del comparto agricolo scattata da Irpet e presentata oggi a Lucca in occasione della conferenza regionale dell’agricoltura e dello sviluppo rurale. Nel 2006 vi era stata l’ultima edizione della conferenza: di qui il termine di raffronto su cui si è concentrata la relazione presentata dal dirigente Irpet Simone Bertini. “Dopo la fase più difficile, tra il 2010 e il 2012 – ha rilevato – nell’ultimo triennio si nota un ritrovato dinamismo da diversi punti di vista: esportazioni, occupazione, valore della produzione, razionalizzazione dei costi all’ interno delle imprese”. Segnali di ripresa, dunque.
Aziende
Meno aziende, ma di dimensioni un po’ più grandi: è questo il cambiamento più significativo che si è registrato negli ultimi dieci anni. Dalle circa 80.000 aziende nel 2006 si è passati alle 70.000 del 2016 (cui vanno aggiunte le 5.200 imprese agro-industriali). Allo stesso tempo la dimensione media aziendale è aumentata, passando da 9 a 10,5 ettari. Per quanto riguarda l’utilizzo della superficie agricola, nell’ultimo decennio si è registrata una riduzione dei seminativi e dei prati permanenti e pascoli, a cui è corrisposto un aumento delle coltivazioni legnose, settore di punta dell’agricoltura toscana.
Le produzioni
Nel confronto con la Toscana del 2006 l’agricoltura e l’agroalimentare toscano hanno mantenuto pressoché inalterati i livelli di produzione e valore aggiunto. Ed è un risultato maturato soprattutto negli ultimi tre-quattro anni. In questo periodo l’agricoltura regionale è proporzionalmente cresciuta rispetto al dato nazionale più dell’intera economia regionale. Attualmente il valore aggiunto di agricoltura e agroalimentare toscano insieme ammonta a 3,2 miliardi di euro, di cui 2 miliardi (pari al 70%) da attribuire alla parte strettamente agricola. Tale valore è prodotto in misura sempre maggiore dalle coltivazioni legnose. Come è facile immaginare il primato spetta al vino (la produzione di vino è aumentata del 20%). Significativo anche il contributo delle produzioni zootecniche (per un valore di oltre 500 milioni di euro), con una redistribuzione tra le tipologie di allevamenti: in aumento pollame e suini in diminuzione bovini, ovini e caprini.
L’export
Nel decennio 2006-2016 il settore agricolo mostra un andamento abbastanza costante, con una contrazione forte nel 2013 (-8%) e una ripresa negli anni successivi (+5% nel 2016). Più favorevole l’andamento del settore alimentare: l’export nell’ultimo decennio è aumentato del 21%. Complessivamente l’export dell’agroalimentare ha un valore di 1,8 miliardi di euro e corrisponde al 7% delle esportazioni toscane, al 6% delle esportazioni agroalimentari italiane. All’interno di questi dati si nota una crescita costante dell’export di prodotti agroalimentari, che rappresentano la fetta decisamente più consistente (1,6 miliardi) rispetto a quella dei prodotti agricoli (221 milioni di euro). Quasi due terzi delle esportazioni toscane ha come paese di destinazione gli Stati Uniti, che importano per il 95% bevande e oli e grassi. Gli altri grandi partner commerciali sono Germania, Regno Unito Francia e Canada.
Le importazioni
Per quanto riguarda le importazioni, nel 2016 la Toscana ha acquistato prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca dal resto del mondo per un valore totale di oltre 300 milioni di euro, che, sommati a 1,24 miliardi di Euro del settore alimentare, delle bevande e del tabacco, corrispondono a un miliardo e mezzo di importazioni di prodotti agroalimentari (l’85% del valore delle esportazioni). Eloquente il raffronto con il 2006: le importazioni si sono ridotte di un quarto. C’è anche qui l’effetto crisi che può aver indotto un lieve mutamento nelle abitudini di consumo delle famiglie toscane, con un effetto sostituzione tra prodotti esteri e italiani.
Gli occupati
Gli occupati in agricoltura sono attualmente 51.000. Dal 2012 il numero di occupati è in costante crescita. Il caso toscano presenta una netta tendenza al rialzo nel grafico delle occupazioni per l’ultimo triennio, e il confronto è ancora più eclatante se raffrontato con il dato delle altre regioni del centro nord. In Toscana si sta investendo molto per incentivare il cambiamento generazionale, data l’elevata età mediana degli agricoltori, che all’ultimo censimento risulta di 62 anni. Oltre la metà degli agricoltori ha più di 60 anni, mentre i giovani sotto ai 40 anni ammontano a meno del 10% del totale. Tuttavia, si stima che le aziende condotte dai giovani abbiano una produttività maggiore rispetto alle altre di circa il 7%.
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Fonte: Regione Toscana