Udine, 25 giu – L’intrusione di acque saline nelle falde
costiere è uno dei fenomeni causati dai cambiamenti climatici che
mette a rischio le risorse idriche e i terreni agricoli.
Il monitoraggio e la gestione del rischio di questo fenomeno sono
al centro di un progetto europeo a cui il Friuli Venezia Giulia
si è candidato a partecipare in qualità di partner.
La Giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Ambiente,
Sara Vito, ha infatti autorizzato la partecipazione della Regione
al bando di selezione di progetti per il programma di
cooperazione transfrontaliero Interreg 5A Italia-Croazia 2014-20
in qualità di partner del progetto “Sea water intrusion:
monitoring and management in face of climatic changes”.
Come spiega Vito, “il progetto si inquadra nelle iniziative volte
a monitorare i cambiamenti climatici e pianificare le misure di
adattamento, con particolare riferimento all’area interessata,
che è il bacino del mare Adriatico”.
“Lo specifico obiettivo – prosegue l’assessore – è quello di
monitorare l’intrusione di acque saline nelle falde costiere,
fenomeno legato sia allo sfruttamento indiscriminato della
risorsa idrica sia all’innalzamento del livello dei mari e alla
diminuzione delle precipitazioni, cause tutte correlate al
cambiamento climatico”.
Il fenomeno dell’intrusione di acque saline nelle falde riguarda
già alcune fasce costiere della Bassa friulana dove, come spiega
ancora Vito, “i rischi connessi sono la diminuzione della risorsa
idrica disponibile per le attività umane e la perdita di terreni
utilizzati per l’agricoltura”.
Il progetto ha un’ampia valenza in quanto analizzerà le ricadute
del fenomeno sia nelle falde contenute in sedimenti sciolti, come
nel caso della Bassa pianura friulana, sia nelle falde contenute
in sistemi calcarei, come nel caso della costa dalmata e di
quella pugliese, e porterà alla definizione di un sistema di
gestione del rischio legato all’intrusione salina in tutte le
aree interessate.
Capofila della proposta è il servizio geologico croato cui si
affiancano la Regione Fvg, il Comune di Fasano (Br), la Regione
Puglia, l’Azienda acquedotto Zara, l’Agenzia per lo sviluppo
della Contea di Zara, la facoltà di Ingegneria meccanica,
elettronica e Architettura navale dell’Università di Spalato,
l’Istituto di ricerca delle acque (Cnr-Irsa), il Consorzio di
Ricerche Lagunari dell’Università di Venezia (Corila) con
l’Università di Padova e l’Istituto nazionale di oceanografia e
geofisica (Ogs).
Il quadro economico complessivo della ricerca ammonta a 1.820.000
euro, di cui 1,5 milioni a titolo di cofinanziamento sul Fondo
europeo di sviluppo regionale (Fesr). La quota finanziaria di
competenza del Friuli Venezia Giulia per la proposta progettuale
è stimata in 120mila euro, di cui 102mila cofinanziati dal Fesr e
i rimanenti 18mila interamente cofinanziati da risorse statali a
carico del Fondo di rotazione.
ARC/SSA/fc
Fonte: Regione Friuli Venezia Giulia