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Marchetti sulla subsidenza: “Rispettare gli accordi”

Andare avanti con l’accordo di programma del 2006, quello che ha poi determinato la concessione di finanziamento. E’ questa, in estrema sintesi, la posizione del comune di Altopascio dopo le dichiarazioni dei sindaci di Capannori Del Ghingaro e di Porcari Baccini.

“Non vorrei che il clima elettorale e una certa predisposizione di qualcuno a cercare i riflettori e le frasi a effetto abbia creato le condizioni per uno stravolgimento degli accordi e un ribaltamento dello scenario – commenta il sindaco di Altopascio Maurizio Marchetti – su un tema, quello della subsidenza, che dal 2006 è stato oggetto di un accordo di programma con il ministero dell’Ambiente. Come spesso accade la provincia, la regione e il comune di Capannori hanno tentato un colpo di mano. Una volta naufragato questo tentativo è partita la solita campagna mediatica che tenta di dare la colpa al Comune di Lucca. Infatti, se i finanziamenti per fognature e subsidenza sono a rischio – continua Marchetti – è solo perché queste amministrazioni hanno deciso di alterare l’accordo di programma. Su di loro solamente ricadrà quindi la colpa del danno che potrebbero ricevere tutti i cittadini della Piana”.

Anche il Comune di Altopascio, come quello di Lucca, è fra quelli che hanno firmato, e quindi chiede, a pieno titolo , la piena attuazione dei piani stabiliti nell’accordo di programma del 2006, che prevede una serie di azioni da attuare per risolvere anche il problema della subsidenza, senza però mettere a rischio l’equilibrio idraulico di tutto il bacino. Gli altri enti, in modo del tutto unilaterale, hanno deciso di sostituire il precedente accordo con due nuovi progetti che innalzano l’emungimento di acqua destinata ad acquedotti fuori del nostro territorio per 12 mesi l’anno, con grave rischio di mettere in crisi le falde e la portata del fiume Serchio nel periodo estivo.

Comments (1)

  • mariosays:

    21 March 2010 at 12:49

    anche a ponte alla ciliegia c’è un pozzo servente un acquedotto fuori dal nostro territorio, pozzo posto oltretutto all’interno della fascia di rispetto relativa ad un centro di pericolo costituito da una ditta che tratta idrocarburi e affini.

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