Per la sua posizione isolata, a contatto con prati, boschi, ruscelli, vi potrebbero ambientare, una volta sistemata, il remake del celebre film “Il nome della rosaâ€, tratto dalla fatica letteraria di Eco. La suggestiva abbazia camaldolese risalente all’anno Mille, di Badia Pozzeveri, frazione di Altopascio, una delle più antiche in Toscana, diventerà Centro per la documentazione e l’ospitalità francigena, visto che si trova, quasi diroccata (in piedi è rimasto il campanile e poco altro) nei pressi del cimitero, lungo gli antichi sentieri della strada più famosa del Medioevo. La proprietà rimarrà alla Curia, ma è stato siglato l’accordo con il municipio del Tau, in base al quale quest’ultimo ne avrà il diritto d’uso per un periodo (ancora da definire) oscillante tra i 30 e i 50 anni. Il comune, nel frattempo, provvederà a ridare al monumento l’originario splendore, con interventi ad hoc: l’investimento dell’ente di piazza Vittorio Emanuele è di un milione e 600 mila euro per la prima tranche, anche se, in aggiunta a tale cifra, è partita ufficialmente la richiesta di contributo alla Fondazione Cassa di Risparmio. Ha seguito l’intera vicenda Nicola Fantozzi, assessore alla cultura, il quale esprime soddisfazione per l’obiettivo raggiunto e per l’unanime consenso della popolazione locale in questa operazione di recupero: “Abbiamo cercato di spiegare ai cittadini e alle associazioni del luogo, durante pubbliche assemblee, quello che avremmo fatto – spiega Fantozzi – e tutti si sono dimostrati concordi appoggiandoci in questo ambizioso progetto di stoppare il degrado, dovuto all’abbandono e al tempo. E’ giusto valorizzare un tale patrimonio, ridargli vita, attraverso la via Francigena di cui Altopascio è senza dubbio – conclude Fantozzi, – una delle capitali toscaneâ€.
Max Stef