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Fiat justitia pereat mundus

tribunaleC’è chi lo attribuisce ai Romani, maestri di diritto, chi a Kant ma il “Fiat justitia pereat mundus” ritornò di moda per Tangentopoli. Già, la traduzione suona come “fare giustizia a costo di fa crollare il Mondo”. In un Paese, inteso come Italia, in cui c’è gente che viene assolta solo perché si può permettere avvocati di un certo spessore, c’è pure il carabiniere condannato per aver arrestato in modo poco ortodosso un tunisino che stava rubando. Le sentenze vanno rispettate ok, da condannare senza dubbio le manifestazioni di intolleranza su certi account, ma allora anche certe frasi tipo “poverino, aveva perduto il lavoro ed era in difficoltà” come scritto da qualcuno. Il militare dell’Arma invece, che per 1200 euro al mese rischia la vita per fare il suo dovere? Offriamo il caffè a chi ruba, diamogli un premio. Se il militare ha sbagliato puniamolo, ma qualcuno ha visto materialmente? No, però la condanna per lesioni è lì, di fronte a tutti. In un’epoca in cui le abitazioni e le aziende sono continuamente violate, trovare qualcuno che è disposto a fare quella giustizia di cui parlavamo all’inizio, ecco che arriva però l’anomalia quantistica, l’antigiustizia come l’antimateria. Una specie di universo parallelo, neutrone e neutrino. Solo che l’annichilazione, come si dice in termini scientifici, il contatto tra i due Universi è molto pericoloso. Lo stesso nel caso della sentenza sul carabiniere. Il giudice ha deciso. Ok. Lo ha fatto ritenendo e valutando. Quelle valutazioni che, come magistralmente affermato dal Consap, il sindacato nazionale di polizia, il carabiniere o il poliziotto non possono fare perché devono intervenire subito, a caldo. Ora ci sarà l’appello. I tempi sono quelli italici tipici. Tra 18 mesi forse la nuova sentenza. Se Sollecito e la Knox sono stati giudicati in modo diverso nei diversi gradi di giudizio, c’è speranza anche per il carabiniere protagonista di questa storia che ha fatto parlare l’Italia, con interrogazioni parlamentari e interventi di direttori di giornali. Per ora è stato aperto un conto corrente di solidarietà per il militare. Chissà, magari tra un paio d’anni ne verrà aperto uno a favore di chi ha detto o scritto nei confronti del carabiniere molte cattiverie gratuite.